Categoria: Content strategy

CONTENT STRATEGY

Creiamo contenuti pensati per il tuo pubblico, non solo per l’algoritmo.

Partiamo dai dati, dall’analisi del mercato e dai tuoi obiettivi, puntando dritto al cuore delle persone.

Ogni parola, ogni immagine è studiata per attrarre, coinvolgere e trasformare i tuoi utenti in clienti reali.

  • Tone of voice: esempi e come crearlo

    Tone of voice: esempi e come crearlo

    Cos’è il tone of voice e come scegliere quello ideale per il tuo brand? Scopri il suo significato e tanti esempi pratici. Leggi la news dei nostri esperti!

    Le parole sono il cuore pulsante della comunicazione. Non solo trasmettono un messaggio, ma danno forma a emozioni e stati d’animo, creando connessioni profonde con i nostri interlocutori.

    Le parole giuste ci permettono di entrare in sintonia con gli altri, tuttavia questo dipende anche dal tono di voce con cui le pronunciamo. Per esempio, parole gentili, come “grazie” e “per favore”, possono evocare sensazioni positive in chi ci ascolta.

    Ma prova ad immaginare le stesse espressioni dette con un tono di voce aggressivo: se pronunciato con rabbia, “per favore” può sembrare sarcastico o impaziente, mentre “grazie” può sembrare ironico o forzato, come se il ringraziamento non fosse sincero.

    Ecco perché scegliere le parole corrette non basta: la chiave è abbinarle al giusto tone of voice se vogliamo esprimere al meglio il messaggio, le nostre emozioni e la nostra personalità. E ovviamente, tutto questo vale anche per il tuo brand.

    Tone of voice: la chiave per rendere unico il tuo brand

    Il tone of voice (TOV) è il modo in cui un brand parla e si relaziona con i consumatori. È l’insieme di parole, toni e stili che riflettono la sua personalità, i suoi valori e la sua missione, creando un’identità unica, ben definita e riconoscibile.

    Un tone of voice efficace non solo comunica, ma cattura e fidelizza il pubblico. Si tratta di una strategia di stile che non stabilisce cosa dire, ma piuttosto come dirlo, con lo scopo di trasmettere l’essenza del marchio e creare relazioni durature con il target. 

    Il modo in cui diciamo le cose, infatti, è più importante del messaggio in sé, perché non sono i concetti, bensì le emozioni che esprimiamo a lasciare un’impronta indelebile negli interlocutori.

    Arrivati a questo punto, è importante chiedersi: che tipo di impronta vogliamo lasciare nella mente di chi ci ascolta? 

    Come trovare il tone of voice del tuo brand

    Per definire il tone of voice ideale per il tuo brand, devi prima comprendere come desideri essere percepito dagli altri. Che personalità vuoi dare al tuo marchio? La risposta a questa domanda è la chiave per trovare l’impronta da trasmettere al tuo pubblico. 

    Personalità di brand: 12 archetipi e 5 dimensioni

    Nel 1954, Carl Gustav Jung catalogò 12 archetipi di brand, che ancora oggi aiutano le aziende a definire la propria personalità sulla base dei bisogni fondamentali del pubblico di riferimento. 

    Anni dopo, nel 1997, Jennifer Aaker riassunse i tratti delle personalità di brand in 5 dimensioni


    1. Sincerità: caloroso, onesto e amichevole.



    2. Entusiasmo: dinamico, giovane e pieno di energia.



    3. Competenza: affidabile, autorevole e responsabile.



    4. Raffinatezza: sofisticato, elegante e di alta qualità.



    5. Asprezza: forte, audace, irriverente e anticonformista.


    Individuare quali delle precedenti caratteristiche rappresentano il tuo brand, ti aiuterà a definire il tone of voice con maggiore precisione ed efficacia per fare breccia nel cuore e nella mente del tuo target. 

    Ecco qui il modello personalitov, uno strumento molto utile per stabilire l’identità aziendale insieme al suo tone of voice.

    4 tipi di tone of voice: esempi pratici

    Come abbiamo visto finora, il tone of voice varia a seconda dell’identità del brand e dei bisogni del pubblico di riferimento. 

    Sebbene ogni marchio sia unico nelle sue molteplici sfumature, possiamo distinguere 4 tipi di tone of voice. Vediamoli nel dettaglio.

    Formale vs. informale

    I toni formali sono concisi, eleganti e istituzionali. Possono risultare un po’ freddi, ma sono ideali per settori come la finanza o brand di lusso, dove è importante trasmettere competenza, autorevolezza oppure esclusività.

    I toni informali, invece, puntano su una comunicazione più colloquiale, perfetta per brand che vogliono instaurare un rapporto empatico, diretto e amichevole con il pubblico.

    Esempi:

    Serio vs. divertente

    Un tono serio è adatto a temi delicati o professionali, dove è essenziale dimostrare forza, competenza e affidabilità. Un tono divertente, invece, utilizza l’ironia e l’umorismo per intrattenere e rimanere impresso nella mente del pubblico.

    Esempi:

    Rispettoso vs. irriverente

    Un tono rispettoso comunica in modo elegante, sensibile e sofisticato, senza mai risultare invadente, esagerato o fuori luogo. Al contrario, l’irriverenza è utilizzata da brand audaci e anticonformisti che non temono di rompere gli schemi.

    Esempi: 

    Entusiasta vs. pratico

    L’entusiasmo trasmette energia e passione, mentre un tono pratico è diretto e funzionale, puntando sulla semplicità e sulla chiarezza.

    Esempi:

    Perché il tone of voice è cruciale?

    Il tone of voice non è solo uno stile comunicativo, ma una strategia di marketing estremamente efficace. Una voce chiara e autentica, infatti, rende il tuo brand riconoscibile, costruendo fiducia e connessioni profonde con il pubblico.

    Quando comunichi nel modo giusto, il cliente si sente compreso e più incline a scegliere il tuo marchio rispetto ai competitor, sviluppando una fedeltà che dura nel tempo.

    Definisci la tua voce, applicala con coerenza e trasformala nel tuo biglietto da visita. È il primo passo per distinguerti e conquistare il cuore dei tuoi clienti!

    Vuoi dare al tuo brand il giusto tone of voice? 

    Contatta i nostri esperti!

  • 7 consigli per un e-commerce di successo

    7 consigli per un e-commerce di successo

    Vuoi vendere i tuoi prodotti online ma non sai come fare? Scopri 7 consigli per un e-commerce di successo e tutti i vantaggi per la crescita del tuo business.

    Nel panorama digitale odierno, aprire un e-commerce non è più un semplice desiderio, ma una necessità per molte aziende che vogliono crescere e competere a livello globale. 

    Tuttavia, creare un e-commerce di successo è un processo complesso che richiede una solida pianificazione, una profonda conoscenza dei modelli di business e un impegno costante per offrire un’esperienza unica ai propri clienti.

    Che cos’è un e-commerce?

    Un e-commerce è una piattaforma digitale che consente di vendere prodotti e servizi online, facilitando l’intero processo di acquisto e pagamento in modo semplice e immediato.

    Questa forma di commercio consente alle aziende di raggiungere i clienti direttamente online, offrendo loro un’ampia gamma di offerte e la possibilità di effettuare acquisti comodamente da casa, il tutto con un semplice clic

    Ma non si tratta di un semplice negozio virtuale: l’e-commerce è un canale vivace e interattivo che permette di instaurare relazioni profonde con i consumatori, superando ogni confine fisico o temporale e personalizzando ogni interazione.

    La possibilità di personalizzare e migliorare l’user experience sulla base delle preferenze dell’utente, è una delle caratteristiche più entusiasmanti dell’e-commerce, in quanto elemento essenziale per fidelizzare i clienti a lungo termine e spingerli a compiere un nuovo acquisto.

    Perché l’e-commerce funziona così bene

    Nell’era digitale, i comportamenti dei consumatori sono cambiati: oggi, le persone desiderano poter fare acquisti in qualunque momento e da qualsiasi dispositivo. 

    La vendita online risponde a questa esigenza, offrendo una comodità senza precedenti, insieme alla possibilità di esplorare una vasta gamma di prodotti e ricevere assistenza con un semplice clic.

    Ed ecco perché l’e-commerce funziona così bene, diventando un elemento imprescindibile per le aziende di ogni dimensione e settore. 

    Tutti i vantaggi della vendita online

    Aprire un e-commerce assicura numerosi vantaggi alle aziende e ai liberi professionisti che possono utilizzare questa piattaforma per accrescere il proprio business.

    Oltre a garantire una solida presenza online, infatti, l’e-commerce è uno strumento strategico che può aumentare le opportunità di business in modo esponenziale, permettendo alle imprese di entrare in contatto con nuovi clienti in tutto il mondo, espandersi in nuovi mercati e ridurre le barriere produttore-cliente, sia linguistiche che geografiche.

    Inoltre, in un’epoca in cui l’esperienza digitale è sempre più importante, l’e-commerce offre strumenti analitici sofisticati per analizzare i dati, ottimizzare le offerte e migliorare di continuo l’esperienza utente. Tutto questo grazie ai feedback (i cosiddetti microdata), registrati dalla piattaforma stessa.

    Come realizzare un e-commerce di successo 

    Creare un e-commerce di successo, ovvero che converte e fidelizza gli utenti a lungo termine, è un viaggio che richiede tempo, impegno e strategia, insieme anche ad una buona dose di risorse e miglioramento continuo. 

    Seppure si tratti di un processo lento e complesso, ecco qui 7 consigli pratici per ottimizzare la tua piattaforma e massimizzare le conversioni, ovvero per aumentare le vendite.

    1. Pianifica la strategia

    Per ottenere il successo di un e-commerce, è essenziale avviare il tuo percorso con una pianificazione strategica ben ponderata.

    Avere un’idea brillante o un prodotto di qualità da offrire non è sufficiente: è necessario elaborare un piano chiaro e dettagliato che stabilisca obiettivi aziendali, identifichi il target di mercato, definisca il posizionamento del brand e includa anche una strategia di marketing efficace.

    Dedica tempo e risorse per analizzare il mercato, osservare i tuoi concorrenti e individuare le caratteristiche e i valori che rendono unici il tuo brand e la tua proposta di valore

    Questa fase di pianificazione è fondamentale perché rappresenta il primo passo per costruire un progetto di vendita online solido e duraturo nel tempo.

    2. Scegli il giusto modello di business

    Esistono diversi modelli di business nel mondo dell’e-commerce, ciascuno con le sue peculiarità, vantaggi e sfide. Conoscere e scegliere il modello più adatto alla tua attività è cruciale per massimizzare le opportunità di successo

    Che tu voglia vendere direttamente ai consumatori (B2C), collaborare con altre aziende (B2B), facilitare lo scambio tra consumatori (C2C) o offrire servizi alle imprese (C2B), scegliere il giusto modello di business ti aiuterà ad ottimizzare ogni aspetto del tuo e-commerce: dalla grafica all’user experience, fino al copy e alla strategia di marketing.

    Ma come capire qual è la struttura adatta alla tua attività? Semplice, analizza il target e crea un’esperienza su misura per coinvolgere e catturare l’attenzione dei tuoi potenziali clienti.

    3. Innovazione e sicurezza

    Nel competitivo panorama dell’e-commerce, avere piattaforme digitali innovative e sicure è fondamentale per emergere. Per questo, è importante investire in tecnologie all’avanguardia al fine di proteggere al meglio i dati sensibili degli utenti e garantire pagamenti sicuri. 

    Questo implica scegliere la piattaforma giusta, ottimizzare il sito web per i diversi dispositivi mobili e integrare sistemi di pagamento protetti, come ad esempio Paypal

    Ma ricorda: un’esperienza cliente straordinaria si basa anche su una navigazione fluida e intuitiva e sulla velocità di caricamento del sito.

    4. Assistenza clienti e fidelizzazione

    Accanto all’innovazione, l’assistenza clienti è un altro elemento chiave per conquistare e fidelizzare gli utenti. Infatti, oltre a vendere prodotti di qualità, è essenziale costruire relazioni di fiducia, aiutando i clienti a risolvere le loro esigenze in modo efficace e tempestivo.

    Per fidelizzare i clienti, puoi utilizzare anche strategie di email marketing e curare i social media offrendo contenuti coinvolgenti e accattivanti. 

    La fidelizzazione infatti è cruciale per il successo a lungo termine del tuo e-commerce: un cliente soddisfatto non solo farà acquisti ripetuti, ma diventerà un ambasciatore appassionato del tuo brand, contribuendo attivamente alla crescita del tuo business.

    5. Analisi e monitoraggio dei dati 

    Un e-commerce non può mai fermarsi: per crescere e migliorare, è necessario misurare costantemente le performance e ottimizzare le strategie in base ai risultati ottenuti

    Utilizza strumenti di analisi per monitorare il comportamento degli utenti, le vendite, il tasso di conversione e rimbalzo, e la soddisfazione del cliente.

    I dati sono una risorsa inestimabile che ti permette di adattare le tue scelte e rispondere in maniera efficace alle nuove esigenze del mercato, garantendo un miglioramento continuo del servizio offerto.

    6. Graphic design accattivante

    Anche un graphic design accattivante è fondamentale per catturare l’attenzione dei visitatori e comunicare l’identità unica del tuo brand in modo efficace. 

    La prima impressione conta e, in un mercato affollato, un design curato e attraente può fare la differenza tra un cliente che naviga sul tuo e-commerce e uno che lo abbandona.

    È importante scegliere elementi tipografici e visivi accattivanti e coordinati tra loro, capaci di aumentare l’appeal del tuo sito web e rendere i contenuti più coinvolgenti

    E non dimenticare l’importanza del responsive design, che assicura al tuo e-commerce di essere fruibile su tutti i dispositivi.

    7. Personalizza l’esperienza utente

    E infine, la personalizzazione

    Personalizzare l’esperienza utente è fondamentale per coinvolgere e fidelizzare i clienti nel tempo. Infatti, creare un percorso d’acquisto su misura per ciascun utente, basato sulle sue preferenze e comportamenti di acquisto, può fare la differenza nel rendere la tua offerta più attraente.

    Ad esempio, puoi utilizzare le informazioni raccolte dall’analisi dei dati per suggerire prodotti raccomandati, promozioni su misura oppure contenuti di interesse per ciascun utente. 

    Questa attenzione ai dettagli non solo migliora la soddisfazione del cliente, ma lo incoraggia anche a compiere acquisti ripetuti in futuro. 

    Vuoi vendere i tuoi prodotti o servizi online? 

    Nella nostra web agency, sforniamo e-commerce di successo che non solo convertono, ma coinvolgono e fidelizzano. 

    Contattaci

  • Bias cognitivi: cosa sono e 6 esempi

    Bias cognitivi: cosa sono e 6 esempi

    Cosa sono i bias cognitivi e perché devi conoscerli se lavori nel marketing? Leggi la news per scoprire 6 esempi di bias più utilizzati nella pubblicità.

    Ogni giorno, il nostro cervello prende centinaia di decisioni, spesso in modo automatico e senza che ce ne accorgiamo. Che si tratti di scegliere cosa mangiare a pranzo o quale smartphone acquistare, il nostro cervello valuta alla svelta ogni opzione per compiere la scelta migliore.

    Tuttavia, con l’enorme quantità di informazioni che ci circonda, analizzare tutti i pro e i contro richiederebbe troppo tempo ed energia. Per questo motivo, per semplificare il processo decisionale, il nostro cervello fa appello alla propria razionalità, percorrendo rapide scorciatoie mentali che spesso però risultano ingannevoli.

    E così si generano “errori di giudizio” che in psicologia prendono il nome di bias cognitivi. Ma cosa sono esattamente e come vengono sfruttati dalla pubblicità?

    Bias cognitivi: cosa sono e perchè dovresti conoscerli

    I bias cognitivi sono distorsioni mentali che influenzano il modo in cui interpretiamo la realtà. Daniel Kahneman, nel suo celebre libro “Pensieri lenti e veloci”, ha approfondito questo concetto, spiegando come il nostro cervello operi attraverso due sistemi: uno veloce e intuitivo, e uno più lento e riflessivo.

    I bias cognitivi appartengono al primo sistema, quello veloce, e sono delle vere e proprie scorciatoie mentali che ci permettono di prendere decisioni rapidamente, senza dover analizzare tutte le informazioni a nostra disposizione.

    Sebbene queste scorciatoie possano essere utili in situazioni di emergenza o quando il tempo è limitato, possono anche portarci ad errori di valutazione influenzando in modo sbagliato le nostre scelte.

    I bias cognitivi secondo il neuromarketing

    Il neuromarketing è la disciplina che studia le teorie neuroscientifiche applicate alla pubblicità. E i bias cognitivi sono tra i temi principali di questa materia per comprendere le ragioni psicologiche dietro al comportamento d’acquisto dei consumatori.

    Di fronte a una scelta apparentemente semplice, per esempio quale marca di caffè comprare, il nostro cervello è sommerso da centinaia di informazioni che, se analizzate tutte nel dettaglio, richiederebbero uno sforzo immenso.

    Ed è qui che entrano in gioco i bias cognitivi, che ci aiutano a semplificare la decisione e a farci sentire sicuri di aver fatto la scelta giusta, anche se non è sempre così.

    Il ruolo dei bias cognitivi nel percorso d’acquisto

    Conoscere bias cognitivi è fondamentale non solo per comprendere il comportamento dei consumatori, ma anche per influenzare le loro decisioni d’acquisto.

    Il Customer Journey, è composto da cinque fasi, (Bisogno, Ricerca, Valutazione, Acquisto e Fidelizzazione) e i bias cognitivi entrano in gioco nella seconda e nella terza fase, ovvero in quelle di Ricerca e Valutazione in cui il consumatore analizza le varie opzioni per prendere la decisione migliore.

    Sebbene in letteratura siano stati individuati oltre 100 bias cognitivi ai quali può essere soggetta la mente umana, nello studio “Messy Middle”, Google mette in evidenza i 6 principali che accomunano tutti i consumatori.

    Scopriamo insieme quali sono e alcuni esempi di bias cognitivi utilizzati nelle pubblicità.

    I 6 bias cognitivi di Google

     

    1. Euristiche di categoria

    Le euristiche di categoria portano il nostro cervello a concentrarsi su poche caratteristiche chiave di un prodotto per prendere una decisione rapida. Questo bias entra in gioco soprattutto quando non conosciamo bene un tema, ma vogliamo costruirci un’idea generica su di esso senza troppo sforzo.

    Ad esempio, quando scegliamo uno smartphone, potremmo focalizzarci solo sul numero di megapixel della fotocamera o il numero di gigabyte di memoria, ignorando altri aspetti tecnici altrettanto importanti.

    Nella pubblicità, le aziende spesso enfatizzano questi elementi per semplificare la scelta dei consumatori, come la durata della batteria di un laptop o  le etichette “biologico” e “senza glutine” sui prodotti alimentari.

     

    2. Potere dell’immediatezza

    L’essere umano vuole tutto subito. E nell’era digitale, dove ogni cosa è disponibile grazie ad un semplice click, questa affermazione è ancora più vera.

    L’immediatezza infatti è un bias cognitivo molto potente che spiega, per esempio, perché le consegne di Amazon Prime in 24 ore o i download istantanei abbiano così tanto successo.

    Offrire ai consumatori benefici immediati, come uno “sconto valido solo per oggi” o la possibilità di ottenere entro poco tempo il prodotto desiderato, è una strategia molto efficace per spingere i consumatori all’acquisto.

     

    3. Prova sociale

    Un altro esempio di bias cognitivo è la prova sociale. Quando siamo incerti su una decisione da prendere, tendiamo a seguire il comportamento degli altri.

    Le recensioni online e le valutazioni a stelle sono tutti esempi di prova sociale utilizzati nella pubblicità per rafforzare la credibilità di un prodotto o servizio.

    Pensiamo ad Airbnb: quanti di noi leggono le recensioni prima di prenotare un alloggio?

     

    4. Bias di scarsità

    Un’altra importante verità sull’essere umano è che è attratto da ciò che non può avere. Quindi quando qualcosa è raro o difficile da ottenere, diventa automaticamente più desiderabile.

    Le offerte a tempo limitato “solo per oggi” o le limited edition di un prodotto giocano proprio sul bias di scarsità. La pubblicità sfrutta questa paura di “perdere l’occasione” per spingerci a comprare subito qualcosa, anche se magari non ne abbiamo davvero bisogno.

     

    5. Bias di autorità

    Davanti all’ignoto, tendiamo ad affidarci a chi ne sa più di noi, quindi a degli esperti o persone che consideriamo autorevoli.

    Tanti esempi di questo bias cognitivo si manifestano nell’influencer marketing, che utilizza celebrità o figure professionali di spicco per raccomandare un prodotto o servizio, sfruttando la loro fama e credibilità.

    Un esempio concreto è quello di Sensodyne, noto brand di dentifrici per denti sensibili. Nelle sue campagne pubblicitarie, Sensodyne utilizza spesso dentisti reali che spiegano i benefici del prodotto e ne sottolineano l’efficacia nel ridurre la sensibilità dentale.

     

    6. Potere della gratuità

    A tutti piacciono i regali. Ecco perché nel marketing, gli omaggi hanno un potere incredibile.

    Le promozioni “2×1” o i piccoli omaggi inclusi in un acquisto sfruttano il bias della gratuità per spingere i consumatori all’acquisto.

    Anche se l’oggetto gratuito non è direttamente collegato al prodotto principale, il semplice fatto di ottenere qualcosa gratis rende l’offerta molto più attraente.

     

    Usiamo i bias cognitivi in modo etico

    I bias cognitivi sono strumenti molto potenti nel mondo del marketing. Saperli riconoscere e utilizzare in modo strategico può fare la differenza tra una campagna pubblicitaria performante e una che passa inosservata.

    Tuttavia, è fondamentale utilizzarli in modo etico e corretto. Sfruttare i bias cognitivi per manipolare il consumatore spingendolo a comprare qualcosa senza che ne abbia davvero bisogno, non solo può danneggiare la sua fiducia nei confronti del brand, ma anche arrecargli un danno a lungo termine, soprattutto se il prezzo del prodotto è elevato.

    Il vero scopo del marketing è quello di guidare il consumatore verso la scelta migliore per le sue necessità, in modo trasparente e del tutto onesto. In fondo, un cliente soddisfatto è l’ambasciatore più prezioso di ogni brand.

    Vuoi scoprire di più sul mondo del marketing e della pubblicità?

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  • Engagement rate: cos’è e 4 strategie efficaci

    Engagement rate: cos’è e 4 strategie efficaci

    Cos’è l’engagement rate e perché è importante per il tuo business?

    Scopri di cosa si tratta e 4 strategie utili per migliorare il coinvolgimento degli utenti.

    Nell’era del web marketing, pianificare e monitorare una strategia di marketing è diventato molto più semplice ed immediato. Oggi le aziende hanno a portata di mano un vasto arsenale di strumenti e tecnologie che permettono di raccogliere una grande quantità di dati preziosi per profilare al meglio il target di riferimento.

    Questi dati sono come i tasselli di un puzzle: una volta raccolti e interpretati correttamente, possono rivelare alle imprese la strategia più efficace per raggiungere gli obiettivi di business.

    Tra questi, una delle metriche più importanti è decisamente l’engagement rate: si tratta di un indicatore che misura il livello di coinvolgimento degli utenti.

    Scopriamo di seguito di cosa si tratta, come si misura e come migliorarlo per il tuo business.

    Che cos’è l’engagement rate?

    L’Engagement rate è una metrica che valuta il livello di coinvolgimento degli utenti nei confronti di un brand. Questo indicatore si basa sulle diverse forme di interazione che i contenuti dell’azienda ricevono, sia online che offline.

    Infatti, a differenza di ciò che molti credono, esistono due tipologie di engagement. Il primo si riferisce alle azioni dirette degli utenti, come per esempio like, commenti e click sui link. Il secondo, l’engagement secondario, analizza invece le attività indirette, come il passaparola generato da una strategia di marketing.

    Queste categorie di coinvolgimento sono entrambe fondamentali per valutare l’impatto complessivo delle iniziative di marketing e comprendere appieno il rapporto tra l’azienda e i suoi clienti. Infatti, più alta è la partecipazione degli utenti, più forte è la relazione tra quest’ultimi e il brand.

    Engagement rate e fidelizzazione

    L’engagement rate e la fidelizzazione dei clienti sono due elementi strettamente correlati: insieme, completano il quadro del successo aziendale. Ma qual è esattamente il legame tra queste due componenti chiave del marketing?

    Come abbiamo detto finora, l’engagement rate misura quanto il pubblico è coinvolto con il brand. Quindi indica se i tuoi sforzi di marketing stanno davvero catturando l’attenzione e l’interesse dei tuoi utenti.

    D’altra parte, la fidelizzazione dei clienti riguarda la capacità di un’azienda di coltivare relazioni solide e durature con la propria clientela. Siamo nell’era dei social e dell’inbound marketing, non si tratta più solo di vendere un prodotto o un servizio, ma di creare un legame emotivo che incoraggi le persone a tornare sempre da te, a fidarsi di te e a raccomandarti ad altri.

    Perchè l’engagement rate è così importante?

    Quando gli utenti si sentono veramente coinvolti, apprezzati e parte di una community, sono più propensi a tornare per fare acquisti ripetuti e a diventare sostenitori entusiasti del marchio. In altre parole, l’alto livello di coinvolgimento degli utenti è la chiave per creare una solida base di clienti fedeli e affezionati.

    In questa nuova era del marketing, le aziende devono guardare al consumatore come a una persona reale coinvolta in modo attivo nella vita del brand stesso, e non più come un destinatario passivo di messaggi pubblicitari.

    L’engagement rate non è quindi solo una metrica da monitorare passivamente, ma rappresenta la chiave del successo aziendale. È il motore che alimenta la crescita del brand, il quale permette di creare una rete di clienti fedeli e appassionati, pronti a difendere il marchio a spada tratta e a diffondere il suo messaggio con contagioso entusiasmo.

    Engagement di alto livello

    In sostanza, un alto livello di engagement assicura al brand:

    • Maggiore visibilità: coinvolgere il pubblico aumenta la brand awareness.
    • Fidelizzazione: il coinvolgimento crea un legame più forte tra il tuo brand e il pubblico.
    • Passaparola: le persone coinvolte sono più propense a raccomandare il brand ad altri.
    • Autorevolezza: una partecipazione degli utenti vera e autentica aumenta la credibilità del tuo brand agli occhi del pubblico.

    Vediamo ora come si misura l’engagement rate nei diversi canali digitali.

    Come si misura l’engagement rate?

    L’engagement è un’attività che richiede attenzione costante e miglioramenti continui per creare connessioni profonde e mantenere i clienti fedeli nel tempo.

    Tuttavia, nel mondo del marketing c’è parecchia confusione per quanto riguarda i dati da considerare per misurare con esattezza questo tasso di coinvolgimento. Questo perché le interazioni degli utenti sono influenzate da una miriade di fattori, che possono variare persino in base al contesto aziendale.

    Sebbene il calcolo dell’engagement rate sia complicato, di seguito trovi alcune metriche essenziali che ti aiuteranno a valutare il coinvolgimento del tuo pubblico, a seconda del canale digitale utilizzato.

    Alcune metriche essenziali per misurare l’engagement rate:

    Siti web

    • Tempo medio di permanenza sul sito
    • Frequenza di rimbalzo o tasso di abbandono (bounce rate)
    • Numero di pagine visitate durante una sessione
    • Numero di visitatori
    • Numero di conversioni e interazioni

    E-commerce

    • Tasso di abbandono del carrello acquisti (conversion rate)
    • Spesa media del carrello
    • Frequenza degli acquisti
    • Numero acquisti ripetuti da uno stesso cliente in un determinato periodo di tempo

    Social network (Facebook, Instagram, LinkedIn, Twitter, etc.)

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    • Reazioni
    • Risposte alle storie
    • Retweet

    E-mail

    • Tassi di apertura e-mail
    • Numero di click al link

    App

    • Frequenza con cui gli utenti utilizzano l’app
    • Tempo di permanenza
    • Numero di azioni svolte all’interno dell’app

    4 strategie per migliorare l’engagement rate

    Vediamo infine 4 strategie utili per migliorare l’engagement rate e aumentare il coinvolgimento del tuo pubblico.

    1. Cosa piace ai tuoi utenti?

    Il tuo target di riferimento deve essere al centro dell’universo. Solo scoprendo cosa piace ai tuoi clienti, potrai proporre loro prodotti, servizi e contenuti che attirano realmente la loro attenzione e li spingono ad interagire con il tuo brand.

    2. Contenuti di valore

    Utilizza i canali digitali della tua azienda per diffondere contenuti utili e originali che interessano al tuo target. Un consiglio è quello di guardare i competitor per analizzare i loro punti di forza e di debolezza, così da proporre agli utenti contenuti più coinvolgenti e completi.

    3. Personalizza l’esperienza

    Nell’era dei social e dell’inbound marketing, l’esperienza cliente è tutto. Personalizzare le offerte e premiare i  clienti più fedeli e affezionati sono strategie efficaci per aumentare la soddisfazione dei consumatori e, di conseguenza, il loro livello di coinvolgimento con il brand.

    4. Meta ADS e Google ADS

    Le campagne pubblicitarie su Meta e su Google rappresentano un mezzo molto potente per aumentare l’engagement del pubblico. Attraverso annunci personalizzati e incentrati sulle preferenze degli utenti, puoi stimolare facilmente le interazioni, spingendo il tuo pubblico a commentare, condividere o visitare il tuo sito web attraverso contenuti e call to action mirate che hanno l’obiettivo di espandere la community e la visibilità aziendale.

    Vuoi aumentare il coinvolgimento dei tuoi utenti?

    Scopri quali sono le strategie più efficaci e succulente per attirare il tuo target di riferimento! Contattaci per una consulenza senza impegno!

  • McDonald’s: pubblicità aromatica al gusto di Happy Meal

    McDonald’s: pubblicità aromatica al gusto di Happy Meal

    McDonald’s apre le porte ad una nuova era della pubblicità: niente scritte, solo cartelloni aromatici al gusto di patatine fritte ed Happy Meal. Leggi di più!

    Cartelloni al sapore di… patatine fritte ed Happy Meal! È questa la trovata rivoluzionaria di McDonald’s che pochi giorni fa ha deciso di installare a Utrecht e Leida, nei Paesi Bassi, le prime due installazioni aromatiche che avvicinano i passanti lasciandoli con l’acquolina in bocca. Letteralmente.

    Promuovere il cibo stimolando l’appetito

    Quale modo migliore per promuovere il cibo, se non stimolando l’appetito? Da sempre, le aziende nel settore alimentare hanno impiegato immagini accattivanti e suoni evocativi per suscitare la fame e incentivare gli acquisti.

    Immagina un succulento pezzo di carne sulla griglia, accompagnato dallo sfrigolio che emana durante la cottura… probabilmente senti già in bocca il sapore della carne senza neanche averla assaggiata!

    È così che gli spot e i cartelloni pubblicitari attivano in modo istintivo il nostro desiderio di mangiare, attraverso suoni ed immagini persuasive, capaci di creare esperienze coinvolgenti e multisensoriali.

    Dopotutto, il cibo è l’esperienza multisensoriale per eccellenza che coinvolge tutti e cinque sensi: tatto, vista, udito, gusto e olfatto. Ma pochi sanno che apprezziamo i sapori soprattutto grazie al nostro naso.

    Il sapore del cibo è per l’80% olfatto

    Gordon Shepherd, ex professore del dipartimento di Neurobiologia di Yale, all’interno del suo libro “How Brain Creates Flavor and Why It Matters”, spiega che l’olfatto incide sul gusto fino all’80%, mentre il restante 20% è dato da vista, udito, tatto e papille gustative.

    Questa scoperta rivela quanto sia cruciale il ruolo dell’olfatto nell’esperienza gastronomica complessiva. È proprio per questo che i cartelloni aromatici di McDonald’s potrebbero rivelarsi una mossa vincente nella strategia di marketing.

    McDonald’s gioca tutto sull’olfatto

    Zero immagini, niente suoni e nessuna scritta: l’unica cosa che i cartelloni “acchiappa-clienti” di McDonald’s emanano è quel profumo delizioso e inconfondibile di patatine fritte ed Happy Meal.

    Si tratta di una mossa davvero audace (e per molti irresistibile) che ha permesso alla catena di fast food di aprire le porte a una nuova era della pubblicità alimentare facendo leva solo sul marketing olfattivo: questo tipo di comunicazione è molto efficace perché, oltre a stimolare l’appetito, permette di evocare ricordi ed emozioni in modo molto più impattante rispetto ai suoni o alle immagini.

    Infatti, l’olfatto è in grado di far rivivere memorie ed esperienze passate al solo odore di un profumo familiare. E McDonald’s ha sfruttato questa “arma segreta” per stimolare l’appetito dei propri clienti e rievocare nella loro mente anche i bei momenti trascorsi nei suoi ristoranti.

    rebranding cos'è

    Come funzionano i cartelloni aromatici?

    I cartelloni aromatici, caratterizzati dai colori giallo e rosso e privi di logo, sono stati collocati strategicamente entro 200 metri dai ristoranti McDonald’s, consentendo così ai clienti di seguire il profumo del cibo fino alla fonte.

    Inoltre, per diffondere l’invitante aroma di patatine fritte ed Happy Meal, all’interno dei cartelloni pubblicitari vengono posizionati dei vassoi riempiti con questi prodotti iconici del celebre marchio di fast food. Grazie a ventilatori all’avanguardia, il delizioso sapore del cibo si diffonde fino a una distanza di circa 5 metri, attirando l’attenzione e stimolando l’appetito dei passanti.

     

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  • Scopri Gemini, l’innovativa AI di Google

    Scopri Gemini, l’innovativa AI di Google

    Gemini è l’innovativa intelligenza artificiale di Google: scopri tutte le caratteristiche e i vantaggi per aziende e programmatori.

    All’inizio di dicembre, Google ha lanciato Gemini 1.0: un nuovo modello di intelligenza artificiale finalizzato a migliorare le prestazioni di Bard, il famoso chatbot di Google.

    Secondo molti test effettuati, le performance avanzate di Gemini superano quelle di Chat GPT-4. Scopriamo insieme tutte le versioni disponibili della nuova AI per creare testi, immagini e video in alta definizione.

    Cos’è Gemini 1.0 e tutte le versioni disponibili

    Gemini 1.0 è un modello di intelligenza artificiale multimodale, anche detto di deep learning: si tratta di una tipologia di AI che è in grado di generare informazioni ricavando i dati da diverse fonti, per esempio da testi, immagini, audio, video e codici di programmazione.

    L’obiettivo di questo modello è quello di combinare tutte le informazioni ricavate dai vari input per comprendere al meglio il contesto e generare così risultati più precisi e completi.

    Attualmente, Google ha creato tre varianti di Gemini: Ultra, Pro e Nano. Le tre versioni differiscono per la dimensione del loro sistema di apprendimento automatico, più grande in Gemini Ultra (con 1,6 trilioni di parametri) e più piccolo in Gemini Nano (10 miliardi di parametri).

    Gemini Ultra, Nano e Pro: quale scegliere 

    Maggiore è il modello di apprendimento automatico, maggiore è la capacità dell’intelligenza artificiale di apprendere informazioni e generare risultati affidabili e creativi. 

    Proprio per questo motivo, Gemini Ultra è il modello più costoso in quanto è in grado di utilizzare ben 57 macro aree del sapere per risolvere operazioni elaborate e complesse in modo estremamente accurato. 

    Tuttavia, anche Gemini Pro, con i suoi 100 miliardi di parametri, è un’ottima scelta per generare contenuti originali e di alta qualità. Ad oggi, la versione Pro è disponibile gratuitamente su Google Bard e rappresenta quindi un grande aiuto per aziende e programmatori che vogliono rendere la propria attività più efficiente contenendo i costi.

    Per quanto riguarda Gemini Nano, invece, questo modello è disponibile solo sui dispositivi Google Pixel 8 Pro e permette di ottenere ottimi risultati in quelle operazioni più semplici e generiche.

    Quando arriva Gemini Ultra? 

    A differenza delle versioni Nano e Pro già in uso, Gemini Ultra arriverà su Bard all’inizio del 2024 con prestazioni avanzate che, secondo la stessa casa madre, supererebbero quelle di Chat GPT-4 di OpenAI, soprattutto nella matematica e nella codifica specializzata.

    Infatti, Jeff Dean, Capo Scienziato di Google, ha dichiarato che Gemini Ultra è il primo modello “a raggiungere prestazioni di umano esperto su MMLU in 57 soggetti con un punteggio superiore al 90%“.

    Per altre succulente novità digitali, scopri le ricette del nostro blog!

  • Brand image: la guida per definire l’identità del tuo brand

    Brand image: la guida per definire l’identità del tuo brand

    Posizionamento e brand image: in che modo l’immagine della tua azienda può influire sulla percezione dei tuoi clienti? Scoprilo in questa news!

    L’immagine del marchio, o brand image, rappresenta l’identità visiva e percepita di un’azienda. È ciò che consente ai consumatori di riconoscerla, differenziarla dai concorrenti e creare un legame emotivo con essa.

    La brand image è quindi fondamentale per costruire una presenza di successo sul mercato e ottenere una posizione distintiva nella mente dei consumatori.

    Per creare una brand image efficace, è necessario considerare diversi aspetti chiave e curare ogni dettaglio. Ecco una guida dettagliata che illustra come definire l’identità del tuo brand.


    Moodboard

    Primo step fondamentale per realizzare una brand image vincente, un moodboard è una tavola visiva che raccoglie immagini, colori, font, texture e altri elementi che rappresentano l’atmosfera e lo stile desiderati per il tuo brand.

    È uno strumento utile per ottenere una visione chiara dell’immagine che desideri trasmettere e creare una base solida per il resto degli elementi visivi del marchio.


    Logo

    Come noto, il logo è l’elemento visivo distintivo di ogni brand, rappresenta la sua personalità, i suoi valori e la sua promessa.

    È essenziale che il logo sia riconoscibile, memorabile e rappresenti al meglio l’essenza del tuo business. Investire in un design professionale del logo è infatti decisivo nel creare una brand image forte e duratura, capace di fare la differenza nel proprio settore di riferimento.


    Definizione font e palette

    La scelta dei font e dei colori giusti è cruciale per trasmettere il tono e lo stile del tuo brand. I font devono essere coerenti con la personalità e il concept della tua attività, mentre la palette dei colori dovrebbe riflettere i valori e creare un’armonia visiva.

    Per una brand image coerente, quindi, è indispensabile definire un set di font e una palette di colori che saranno utilizzati in tutti i materiali di branding.


    Biglietti da visita

    I biglietti da visita sono uno strumento di comunicazione essenziale per le aziende: devono infatti rappresentare la brand image in modo professionale e fornire le informazioni di contatto in modo chiaro ed immediato, restando sempre coerenti con il resto del marchio.


    Firma email

    La firma email è un dettaglio spesso trascurato ma importante per trasmettere l’immagine del tuo brand in ogni comunicazione via email.

    Una firma email include il tuo logo, i tuoi dati di contatto e, se appropriato, elementi visivi che richiamano il tuo brand. Tutto ciò contribuirà a creare coerenza visiva e a rafforzare l’identità del tuo marchio.


    Cartellette, block notes e buste

    Che siano block notes, cartellette o buste personalizzate, tutti questi strumenti offrono un’opportunità per estendere la tua brand image oltre i confini digitali.

    Per sfruttarne al meglio le potenzialità, utilizza font, colori e loghi coerenti con il resto dell’identità visiva: l’unione di questi dettagli, infatti, contribuirà ad accrescere il valore percepito della tua azienda.


    Company profile, carta intestata e grafiche coordinate per i social

    Questi strumenti sono fondamentali per presentare il tuo brand in modo completo e professionale.

    La company profile dovrebbe riflettere l’essenza del tuo business e fornire una panoramica delle tue attività e dei tuoi valori.

    La carta intestata e le grafiche coordinate per i social media, invece, devono essere progettate in modo tale da trasmettere coerenza visiva e messaggi chiari sul tuo brand.


    Non solo visual: con la brand image rafforzi il legame con il tuo target

    La brand image richiede quindi coerenza e coesione in tutti gli aspetti visivi dell’azienda, così da contribuire alla creazione di un’immagine forte e riconoscibile per i Clienti.

    Investire tempo ed energie nella definizione e nella cura di ogni dettaglio, infatti, assicurerà al marchio notorietà oltre che il rafforzamento del legame con il suo pubblico, aspetto fondamentale per crescere e migliorare il posizionamento della propria attività.

  • Direttiva Omnibus: quello che devi sapere se hai un ecommerce

    Direttiva Omnibus: quello che devi sapere se hai un ecommerce

    Cosa cambia con la Direttiva UE Omnibus per chi ha un ecommerce? Scopri in questa news le novità introdotte a tutela dei consumatori, leggi l’approfondimento.

    Il 1° luglio 2023 è entrata ufficialmente in vigore anche in Italia la Direttiva UE 2019/2161, conosciuta come “Direttiva Omnibus”.

    Questa direttiva recepisce la nuova normativa europea per la tutela dei consumatori nel commercio B2C, focalizzandosi sulle pratiche commerciali scorrette e sulle clausole vessatorie.

    Le due principali aree di interesse per le aziende riguardano la comunicazione di riduzione dei prezzi e le pratiche commerciali scorrette e, nello specifico, in questo articolo scopriremo cosa cambia per chi ha un ecommerce con l’introduzione della nuova Direttiva.


    Comunicazione di riduzione dei prezzi

    Con la nuova normativa, ogni comunicazione riguardante sconti o riduzioni di prezzo deve indicare il prezzo più basso applicato alla generalità dei consumatori nei 30 giorni precedenti l’applicazione della riduzione.

    Questo significa che le aziende devono fornire un riferimento chiaro al prezzo precedente affinché i consumatori possano valutare effettivamente l’entità dello sconto.


    Quali annunci sono attenzionati dalla Direttiva Omnibus

    La disciplina si applica ad annunci come “saldi“, “offerte speciali“, “Black Friday“, “acquista oggi e non paghi l’IVA“, “vendite promozionali” e “liquidazione“.

    Tuttavia, ci sono annunci che non sono interessati dalla Direttiva, come ad esempio per gli annunci: “vendite sottocosto“, “prezzi di lancio“, offerte combinate o soggette a condizioni (come ad esempio l’offerta “3×2”) e offerte personalizzate (come le promozioni legate a programmi fedeltà o a Marketing Automation).

    A tal proposito, secondo quanto previsto dalla Direttiva, è comunque richiesto indicare nelle informazioni pre-contrattuali che i prezzi sono personalizzati sulla base di un processo decisionale automatizzato.

    La nuova normativa si applica agli annunci di riduzione di prezzo su tutti i canali distributivi e comunicativi, sia online che offline. Tuttavia, gli e-commerce B2C sono particolarmente colpiti, poiché devono intervenire sulle etichette e sui prezzi esposti negli shop online per adeguarsi alle nuove disposizioni.


    Pratiche commerciali scorrette

    La Direttiva Omnibus amplia, inoltre, la lista delle pratiche considerate scorrette. Alcuni esempi includono la vendita di beni con “dual quality”, ossia la proposta di beni con packaging identico ma diversa qualità, l’omissione del fornitore terzo di prodotti negli e-commerce, l’omissione dei parametri di classificazione nelle ricerche (ad esempio sui Marketplace), la mancata segnalazione degli annunci pubblicitari a pagamento e le recensioni non veritiere.


    Le novità riguardanti le recensioni

    Per quanto riguarda le recensioni dei consumatori accessibili agli altri utenti, sarà necessario indicare se e come le recensioni provengono da acquirenti reali e dotarsi degli strumenti e dei metodi per dimostrare la veridicità delle stesse.

    Saranno ammesse alcune pratiche, come richiedere ai clienti effettivi di inviare una recensione, selezionare le recensioni positive (avvertendo che si tratta di una selezione) e indicare se la recensione è stata richiesta dall’azienda.


    E il tuo ecommerce…è a norma?

    La Direttiva Omnibus rappresenta, alla luce delle novità introdotte, un notevole cambiamento per le aziende e i professionisti che lavorano con il proprio ecommerce, strumento ormai fondamentale per vendere i propri prodotti o servizi online.

    Nell’applicazione pratica della nuova normativa, però, è sempre bene ricevere l’assistenza di un esperto per evitare di incorrere in sanzioni e, quindi, danneggiare la propria attività.

    Se non hai ancora messo a norma il tuo ecommerce e desideri uno strumento efficiente, sicuro e a norma di legge, contatta gli Specialist Mr Keting, insieme a noi i saldi estivi sono tutta un’altra storia.

  • Cybersecurity e Ai: scenario, rischi e opportunità

    Cybersecurity e Ai: scenario, rischi e opportunità

    Si riaccende il dibattito internazionale relativo a Ai e cybersecurity. Tra allarmi degli esperti e rassicurazioni, quanto manca al punto di non ritorno?

    L’intelligenza artificiale torna protagonista del dibattito pubblico dopo qualche settimana di apparente calma: il ritorno in Italia di ChatGPT insieme con la conferenza RSA appena conclusa a San Francisco, hanno infatti riacceso la discussione che da inizio anno imperversa un po’ ovunque.

    Se di intelligenza artificiale si parla ufficialmente da oltre 40 anni, è solo da pochi mesi che l’argomento desta numerose e, considerati i rischi, motivate, preoccupazioni tra addetti ai lavori e non solo.

    Quali sono quindi pericoli e benefici che l’Ai potrebbe avere nella quotidianità di aziende, liberi professionisti e attività commerciali in genere? Quale il suo impatto sulla cybersicurezza? Proviamo a fare il punto qui.


    Le (nuove) carte in tavola

    A dare una definizione per il fenomeno Ai è il direttore della cybersecurity dell’Agenzia per la sicurezza nazionale statunitense (Nsa) Rob Joyce che, in occasione della RSA ha dichiarato la nuova tecnologia una vera e propria esplosione non ancora completata.

    Impossibile secondo Joyce non considerare il rapporto tra Ai e malware: la difesa dei sistemi informatici e gli strumenti a disposizione, in questo senso, cambiano totalmente di prospettiva rispetto a quanto finora conosciuto.

    Nel delineare lo scenario prossimo futuro, infatti, è impossibile non interrogarsi sul ruolo degli hacker nello sviluppare e distribuire malware capaci di mettere a soqquadro i più sofisticati sistemi del settore pubblico e privato.

    Sfruttando la tecnologia Ai, infatti, i malintenzionati hanno la possibilità di automatizzare gli attacchi, producendo effetti catastrofici a caduta con importanti ripercussioni per TUTTI.


    Tra preoccupazioni degli esperti e pericoli concreti

    A mettere in guardia sui rischi di ulteriori sviluppi dell’AI è proprio il suo padrino, Geoffrey Hinton che, dopo 10 anni in Google come responsabile delle attuali intelligenze artificiali, inverte la rotta e consegna le dimissioni dichiarando che “la tecnologia può essere pericolosa”.

     Oltre al padrino dell’Ai, sono stati numerosi e altrettanto qualificati gli esperti che negli ultimi mesi hanno messo in guardia circa i potenziali pericoli dello sviluppo dell’Ai, come, appunto, il rapporto tra Ai e malware.

    Benché i chatbot Ai siano incapaci di sviluppare da zero nuovi malware, infatti, bisogna considerare il fatto che gli hacker potrebbero modificare malware esistenti proprio con l’Ai, allo scopo di modificarne caratteristiche e comportamento.

    Se questo dovesse accadere, gli attuali strumenti di cybersicurezza, come gli antivirus, non sarebbero in grado di riconoscerli e quindi nemmeno di segnalarne la versione, producendo danni irreparabili verso sistemi informatici dei più evoluti.


    L’Ai che fa bene ad aziende, PMI e industria 4.0

    Al centro del dibattito internazionale, però, anche le opportunità che l’intelligenza artificiale è senza dubbio capace di assicurare per la crescita e lo sviluppo del sistema economico.

    Primo tra tutti in materia di cybersicurezza, l’aspetto di acceleratore della difesa: avvalendosi infatti delle caratteristiche specifiche dell’Ai, tra le quali analisi e automazione dei grandi dati, è possibile individuare modelli di sfruttamento delle vulnerabilità, fornendo così aiuto concreto alle imprese per definire le priorità relative alla sicurezza.

    Ulteriore aspetto positivo insito nella tecnologia Ai, ad esempio, la possibilità di automatizzare processi relativi al customer service, come testimonia Mr Askme, l’assistente virtuale frutto della collaborazione tra Mr Keting e Open Ai che supporta i clienti e aiuta PMI a raggiungere i propri obiettivi in tutta sicurezza.

    L’industria 4.0, infine, già da anni vicina alle innovazioni proprie dell’intelligenza artificiale, potrebbe ulteriormente incrementare il livello di cybersicurezza fino ad arrivare, chissà, a non doversene più preoccupare.

  • Un capitolo Bellissimo: la nuova casa Feralpisalò by Mr Keting

    Un capitolo Bellissimo: la nuova casa Feralpisalò by Mr Keting

    Feralpisalò si prepara per la serie B con il nuovo ecosistema digitale realizzato nel nostro headquarter a Costa Volpino. Scopri il progetto firmato Mr Keting.

    La stagione calcistica si è conclusa sabato 22 aprile, anche se le belle notizie circolano da un po’, rispettivamente dall’8 aprile, data di promozione diretta per la serie B, e dallo scorso dicembre, quando abbiamo posato la prima pietra per il nuovo progetto che ci ha visti protagonisti.

    Molto più di un sito web, per Feralpisalò abbiamo realizzato un vero e proprio ecosistema digitale capace di soddisfare tutte le esigenze del club, dei suoi tifosi, dei partners e della stampa.

    A breve online, la nuova casa dei Leoni del Garda è un ambiente smart a supporto del team Feralpisalò nell’affrontare questa incrediBile avventura senza più doversi preoccupare di niente.


    Il nuovo ecosistema digitale Feralpisalò

    La richiesta del club era quella di costruire una nuova piattaforma digitale, solida e di ultima generazione, per accogliere in un unico ambiente di proprietà i vari attori del mondo Feralpisalò.

    Il concept dell’intero progetto si ispira ai top club europei, sia da un punto di vista dell’immagine sia a livello tecnologico, tale da supportare il team marketing nelle attività quotidiane di oggi e di domani.

    Aspetto fondamentale del nuovo ecosistema, infatti, la creazione di automatismi e gli alti standard di sicurezza garantiti, fattori indispensabili per permettere ai professionisti della comunicazione Feralpisalò di concentrare le energie sulla crescita del club.


    Statistiche in tempo reale

    Uno degli automatismi introdotti riguarda le statistiche sempre aggiornate relative a calciatori, campionati e partite con match center e match report.

    Grazie alla tecnologia di interconnessione con le più importanti banche dati sportive, infatti, i risultati dei leoni del Garda saranno disponibili in tempo reale e in modo automatico a tutti i tifosi, la stampa e agli addetti ai lavori.


    Feralpisalò Tv

    Come anticipato, il nuovo ecosistema Feralpisalò prevede anche una sezione dedicata ai video caricati dalla società, come interviste o highlights delle partite, in un ambiente sicuro e di esclusiva proprietà.

    Rispetto al passato, infatti, la società disporrà di uno strumento indispensabile per condividere con il proprio pubblico contenuti di qualità in uno spazio targato Feralpisalò e non più presso piattaforme terze.


    Area accrediti stampa

    Nella nuova casa digitale dei leoni del Garda i professionisti del mondo della comunicazione avranno un’area dedicata in cui richiedere gli accrediti in modo semplice e veloce.

    Grazie agli automatismi sviluppati, infatti, i processi riguardanti la stampa sono stati ottimizzati e migliorati, tale da consentire maggiore facilità nell’intera gestione.


    Implementazione biglietteria

    All’interno dell’ecosistema Feralpisalò, inoltre, i tifosi avranno la possibilità di acquistare i biglietti delle partite in casa senza dover accedere a piattaforme terze, aspetto questo che aumenta il traffico al sito e, di conseguenza, il suo posizionamento organico.


    Area partner

    Ulteriore novità relativa all’ecosistema digitale Feralpisalò l’area partner arricchita da contenuti dedicati per ciascuna attività, comprensivi di tutti i contatti e i riferimenti aziendali.

    Grazie a questa nuova sezione, il club intende promuovere al meglio i partner che decidono di entrare a far parte del mondo Feralpisalò, offrendo, tra l’altro, accesso esclusivo ad iniziative dedicate al network B2B.


     E-commerce

    Per rafforzare l’immagine del club e il legame con la propria community, la piattaforma Feralpisalò si completa di un modulo e-commerce dove i supporters potranno acquistare in pochi clic tutto il merchandising ufficiale verde-blu.

    Ciò che tra poco vedrà la luce, quindi, è uno strumento che scende concretamente in campo con i leoni del Garda per sostenere la squadra e la società in questa nuovo, emozionante e Bellissimo capitolo della loro storia.