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  • Origini Black Friday: perchè nasce il venerdì nero?

    Origini Black Friday: perchè nasce il venerdì nero?

    Scopri le origini del Black Friday: quando nasce, perché si chiama così e le 3 campagne pubblicitarie più iconiche del Super Bowl dello shopping. Leggi la news.

    Il Black Friday sta per arrivare! Quest’anno, il 29 novembre, si dà ufficialmente il via alla maratona degli acquisti, il Super Bowl dello shopping per tutti gli amanti delle occasioni imperdibili.

    Tradizione americana che segue la festa del Ringraziamento, nel magico giorno del venerdì nero tutto diventa possibile, o meglio accessibile. I super sconti, infatti, attirano milioni di consumatori da ogni parte del mondo, pronti a invadere negozi fisici e online alla caccia delle offerte migliori

    Ma come è nato questo fenomeno che si rinnova ogni anno? In questo articolo scopriamo insieme le origini del Black Friday, le curiosità legate al suo nome e come si è evoluto fino a diventare l’evento globale che conosciamo oggi.

    Cos’è il Black Friday e quando nasce?

    Ormai da decenni, il Black Friday è un evento simbolo dello shopping a livello mondiale, celebrato ogni anno il quarto venerdì di novembre.

    La sua origine risale nel 1924, negli Stati Uniti, quando i manager della catena Macy’s decisero di utilizzare questa giornata per inaugurare la stagione natalizia, proponendo offerte super convenienti al fine di incentivare gli acquisti dei consumatori.

    Nel corso del tempo, sempre più negozi statunitensi iniziarono a sfruttare il Black Friday che diventò un evento imperdibile, nonché un vero e proprio giorno di festa nazionale: oggi, infatti, le attività lavorative negli USA chiudono, inclusa la Borsa di Wall Street, per permettere alle persone di dedicarsi completamente allo shopping sfrenato

    Il venerdì nero nel mondo

    Negli anni ’80, il Black Friday ha iniziato a conquistare il mondo al di fuori degli Stati Uniti: le sue offerte straordinarie arrivarono rapidamente anche in Europa, Asia e America Latina

    Tuttavia, il venerdì nero assume forme diverse a seconda del continente: negli Stati Uniti si svolge in un’unica giornata o al massimo durante il weekend, mentre in Italia e in altri Paesi europei il Black Friday si estende per un’intera settimana o persino per tutto il mese di novembre.

    Le immagini iconiche delle lunghe file di persone in coda davanti ai magazzini e dei consumatori accampati in tenda fuori dai negozi sono diventate simbolo di questo fenomeno globale, anche se oggi molte promozioni si sono spostate online, offrendo ai clienti una comoda alternativa agli affollati negozi fisici

    Perchè si chiama Black Friday?

    L’origine del nome Black Friday è incerta e, nel corso degli anni, sono emerse varie teorie sulla nascita di questo termine. 

    La spiegazione più accreditata riconduce l’origine del nome alle pratiche contabili: i commercianti, infatti, utilizzavano l’inchiostro rosso per indicare le perdite e quello nero per segnare i profitti della propria attività. 

    Durante questa giornata di acquisti sfrenati e aumento delle vendite, i bilanci dei negozi si tingevano “di nero”, ed ecco spiegato il perchè del nome “venerdì nero”.

    Un’altra possibile origine, invece, si rifà agli anni ’60 a Philadelphia, quando la polizia iniziò a chiamare Black Friday il giorno dei super sconti successivo al Ringraziameto a causa del caos e del traffico intenso dei clienti che creavano un vero e proprio blocco della città, simile al “bollino nero” che vediamo sulle autostrade nei periodi di ferie. 

    Le migliori campagne di Black Friday fino ad oggi

    Come abbiamo esplorato in questo articolo, il Black Friday è molto più di un semplice giorno di sconti: è un vero e proprio fenomeno commerciale che coinvolge milioni di consumatori in tutto il mondo.

    E ovviamente, in occasione del periodo di shopping più atteso dell’anno, le aziende non possono fare altro che catturare l’attenzione del pubblico con campagne pubblicitarie creative e coinvolgenti, presentando le proprie offerte in modo avvincente e originale.

    Scopriamo insieme le 3 campagne più iconiche in occasione del Black Friday a cui abbiamo potuto assistere fino ad oggi!

    1. Il vivace mondo di MediaWorld

    La nuova campagna di MediaWorld per il 2024 si arricchisce di creatività grazie ai The Jackal, protagonisti di una serie di episodi trasmessi sia in TV che sui canali digitali. 

    Ambientata in uno store MediaWorld super colorato e ipertecnologico, la squadra di comici si immerge in un mondo vivace e ricco di offerte imperdibili.

    Questa campagna si distingue per la sua originalità e l’approccio divertente, pensato per coinvolgere e intrattenere i consumatori con ironia, mentre scoprono le migliori occasioni che li attendono durante il Black Friday.

    2. Il Green Friday di Tentree

    Chi ha detto che il Black Friday è solo un tossico consumismo? Nel 2023, Tentree trasformò il venerdì nero in un’iniziativa ecologica grazia alla sua campagna Green Friday, dove ogni acquisto equivaleva a 10 alberi piantati. 

    In occasione di questa giornata, l’azienda decise di promuovere la sostenibilità offrendo sconti e promozioni in tutto il sito e incentivando le vendite anche tramite regali misteriosi e spedizioni gratuite. 

    Inoltre, i clienti potevano tracciare dove venivano piantati i propri alberi, dal Madagascar ad Haiti fino al Nepal, grazie a codici riservati e contatori live. Insomma, Tentree riuscì a fare del Black Friday un’occasione unica non solo per aumentare le vendite, ma anche per salvare il pianeta.

    3. L’aumento dei prezzi di Card Against Humanity

    Cards Against Humanity è un gioco da tavolo americano basato sul sarcasmo, sul dark humor e sul politicamente scorretto.

    Nel 2013, il brand sfidò le convenzioni del Black Friday con una strategia audace e del tutto controversa che fece parecchio scalpore: l’azienda aumentò i prezzi di tutti i suoi prodotti di 5 dollari. 

    Molti considerarono questa strategia folle e controproducente, ma il gioco da tavolo riuscì ad aumentare le vendite nonostante l’aumento dei prezzi. Questo successo fu possibile grazie alla natura stessa del brand e del suo target: irriverente, provocatoria e fuori dagli schemi.

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  • Engagement rate: cos’è e 4 strategie efficaci

    Engagement rate: cos’è e 4 strategie efficaci

    Cos’è l’engagement rate e perché è importante per il tuo business?

    Scopri di cosa si tratta e 4 strategie utili per migliorare il coinvolgimento degli utenti.

    Nell’era del web marketing, pianificare e monitorare una strategia di marketing è diventato molto più semplice ed immediato. Oggi le aziende hanno a portata di mano un vasto arsenale di strumenti e tecnologie che permettono di raccogliere una grande quantità di dati preziosi per profilare al meglio il target di riferimento.

    Questi dati sono come i tasselli di un puzzle: una volta raccolti e interpretati correttamente, possono rivelare alle imprese la strategia più efficace per raggiungere gli obiettivi di business.

    Tra questi, una delle metriche più importanti è decisamente l’engagement rate: si tratta di un indicatore che misura il livello di coinvolgimento degli utenti.

    Scopriamo di seguito di cosa si tratta, come si misura e come migliorarlo per il tuo business.

    Che cos’è l’engagement rate?

    L’Engagement rate è una metrica che valuta il livello di coinvolgimento degli utenti nei confronti di un brand. Questo indicatore si basa sulle diverse forme di interazione che i contenuti dell’azienda ricevono, sia online che offline.

    Infatti, a differenza di ciò che molti credono, esistono due tipologie di engagement. Il primo si riferisce alle azioni dirette degli utenti, come per esempio like, commenti e click sui link. Il secondo, l’engagement secondario, analizza invece le attività indirette, come il passaparola generato da una strategia di marketing.

    Queste categorie di coinvolgimento sono entrambe fondamentali per valutare l’impatto complessivo delle iniziative di marketing e comprendere appieno il rapporto tra l’azienda e i suoi clienti. Infatti, più alta è la partecipazione degli utenti, più forte è la relazione tra quest’ultimi e il brand.

    Engagement rate e fidelizzazione

    L’engagement rate e la fidelizzazione dei clienti sono due elementi strettamente correlati: insieme, completano il quadro del successo aziendale. Ma qual è esattamente il legame tra queste due componenti chiave del marketing?

    Come abbiamo detto finora, l’engagement rate misura quanto il pubblico è coinvolto con il brand. Quindi indica se i tuoi sforzi di marketing stanno davvero catturando l’attenzione e l’interesse dei tuoi utenti.

    D’altra parte, la fidelizzazione dei clienti riguarda la capacità di un’azienda di coltivare relazioni solide e durature con la propria clientela. Siamo nell’era dei social e dell’inbound marketing, non si tratta più solo di vendere un prodotto o un servizio, ma di creare un legame emotivo che incoraggi le persone a tornare sempre da te, a fidarsi di te e a raccomandarti ad altri.

    Perchè l’engagement rate è così importante?

    Quando gli utenti si sentono veramente coinvolti, apprezzati e parte di una community, sono più propensi a tornare per fare acquisti ripetuti e a diventare sostenitori entusiasti del marchio. In altre parole, l’alto livello di coinvolgimento degli utenti è la chiave per creare una solida base di clienti fedeli e affezionati.

    In questa nuova era del marketing, le aziende devono guardare al consumatore come a una persona reale coinvolta in modo attivo nella vita del brand stesso, e non più come un destinatario passivo di messaggi pubblicitari.

    L’engagement rate non è quindi solo una metrica da monitorare passivamente, ma rappresenta la chiave del successo aziendale. È il motore che alimenta la crescita del brand, il quale permette di creare una rete di clienti fedeli e appassionati, pronti a difendere il marchio a spada tratta e a diffondere il suo messaggio con contagioso entusiasmo.

    Engagement di alto livello

    In sostanza, un alto livello di engagement assicura al brand:

    • Maggiore visibilità: coinvolgere il pubblico aumenta la brand awareness.
    • Fidelizzazione: il coinvolgimento crea un legame più forte tra il tuo brand e il pubblico.
    • Passaparola: le persone coinvolte sono più propense a raccomandare il brand ad altri.
    • Autorevolezza: una partecipazione degli utenti vera e autentica aumenta la credibilità del tuo brand agli occhi del pubblico.

    Vediamo ora come si misura l’engagement rate nei diversi canali digitali.

    Come si misura l’engagement rate?

    L’engagement è un’attività che richiede attenzione costante e miglioramenti continui per creare connessioni profonde e mantenere i clienti fedeli nel tempo.

    Tuttavia, nel mondo del marketing c’è parecchia confusione per quanto riguarda i dati da considerare per misurare con esattezza questo tasso di coinvolgimento. Questo perché le interazioni degli utenti sono influenzate da una miriade di fattori, che possono variare persino in base al contesto aziendale.

    Sebbene il calcolo dell’engagement rate sia complicato, di seguito trovi alcune metriche essenziali che ti aiuteranno a valutare il coinvolgimento del tuo pubblico, a seconda del canale digitale utilizzato.

    Alcune metriche essenziali per misurare l’engagement rate:

    Siti web

    • Tempo medio di permanenza sul sito
    • Frequenza di rimbalzo o tasso di abbandono (bounce rate)
    • Numero di pagine visitate durante una sessione
    • Numero di visitatori
    • Numero di conversioni e interazioni

    E-commerce

    • Tasso di abbandono del carrello acquisti (conversion rate)
    • Spesa media del carrello
    • Frequenza degli acquisti
    • Numero acquisti ripetuti da uno stesso cliente in un determinato periodo di tempo

    Social network (Facebook, Instagram, LinkedIn, Twitter, etc.)

    • Like
    • Commenti
    • Condivisioni
    • Reazioni
    • Risposte alle storie
    • Retweet

    E-mail

    • Tassi di apertura e-mail
    • Numero di click al link

    App

    • Frequenza con cui gli utenti utilizzano l’app
    • Tempo di permanenza
    • Numero di azioni svolte all’interno dell’app

    4 strategie per migliorare l’engagement rate

    Vediamo infine 4 strategie utili per migliorare l’engagement rate e aumentare il coinvolgimento del tuo pubblico.

    1. Cosa piace ai tuoi utenti?

    Il tuo target di riferimento deve essere al centro dell’universo. Solo scoprendo cosa piace ai tuoi clienti, potrai proporre loro prodotti, servizi e contenuti che attirano realmente la loro attenzione e li spingono ad interagire con il tuo brand.

    2. Contenuti di valore

    Utilizza i canali digitali della tua azienda per diffondere contenuti utili e originali che interessano al tuo target. Un consiglio è quello di guardare i competitor per analizzare i loro punti di forza e di debolezza, così da proporre agli utenti contenuti più coinvolgenti e completi.

    3. Personalizza l’esperienza

    Nell’era dei social e dell’inbound marketing, l’esperienza cliente è tutto. Personalizzare le offerte e premiare i  clienti più fedeli e affezionati sono strategie efficaci per aumentare la soddisfazione dei consumatori e, di conseguenza, il loro livello di coinvolgimento con il brand.

    4. Meta ADS e Google ADS

    Le campagne pubblicitarie su Meta e su Google rappresentano un mezzo molto potente per aumentare l’engagement del pubblico. Attraverso annunci personalizzati e incentrati sulle preferenze degli utenti, puoi stimolare facilmente le interazioni, spingendo il tuo pubblico a commentare, condividere o visitare il tuo sito web attraverso contenuti e call to action mirate che hanno l’obiettivo di espandere la community e la visibilità aziendale.

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  • McDonald’s: pubblicità aromatica al gusto di Happy Meal

    McDonald’s: pubblicità aromatica al gusto di Happy Meal

    McDonald’s apre le porte ad una nuova era della pubblicità: niente scritte, solo cartelloni aromatici al gusto di patatine fritte ed Happy Meal. Leggi di più!

    Cartelloni al sapore di… patatine fritte ed Happy Meal! È questa la trovata rivoluzionaria di McDonald’s che pochi giorni fa ha deciso di installare a Utrecht e Leida, nei Paesi Bassi, le prime due installazioni aromatiche che avvicinano i passanti lasciandoli con l’acquolina in bocca. Letteralmente.

    Promuovere il cibo stimolando l’appetito

    Quale modo migliore per promuovere il cibo, se non stimolando l’appetito? Da sempre, le aziende nel settore alimentare hanno impiegato immagini accattivanti e suoni evocativi per suscitare la fame e incentivare gli acquisti.

    Immagina un succulento pezzo di carne sulla griglia, accompagnato dallo sfrigolio che emana durante la cottura… probabilmente senti già in bocca il sapore della carne senza neanche averla assaggiata!

    È così che gli spot e i cartelloni pubblicitari attivano in modo istintivo il nostro desiderio di mangiare, attraverso suoni ed immagini persuasive, capaci di creare esperienze coinvolgenti e multisensoriali.

    Dopotutto, il cibo è l’esperienza multisensoriale per eccellenza che coinvolge tutti e cinque sensi: tatto, vista, udito, gusto e olfatto. Ma pochi sanno che apprezziamo i sapori soprattutto grazie al nostro naso.

    Il sapore del cibo è per l’80% olfatto

    Gordon Shepherd, ex professore del dipartimento di Neurobiologia di Yale, all’interno del suo libro “How Brain Creates Flavor and Why It Matters”, spiega che l’olfatto incide sul gusto fino all’80%, mentre il restante 20% è dato da vista, udito, tatto e papille gustative.

    Questa scoperta rivela quanto sia cruciale il ruolo dell’olfatto nell’esperienza gastronomica complessiva. È proprio per questo che i cartelloni aromatici di McDonald’s potrebbero rivelarsi una mossa vincente nella strategia di marketing.

    McDonald’s gioca tutto sull’olfatto

    Zero immagini, niente suoni e nessuna scritta: l’unica cosa che i cartelloni “acchiappa-clienti” di McDonald’s emanano è quel profumo delizioso e inconfondibile di patatine fritte ed Happy Meal.

    Si tratta di una mossa davvero audace (e per molti irresistibile) che ha permesso alla catena di fast food di aprire le porte a una nuova era della pubblicità alimentare facendo leva solo sul marketing olfattivo: questo tipo di comunicazione è molto efficace perché, oltre a stimolare l’appetito, permette di evocare ricordi ed emozioni in modo molto più impattante rispetto ai suoni o alle immagini.

    Infatti, l’olfatto è in grado di far rivivere memorie ed esperienze passate al solo odore di un profumo familiare. E McDonald’s ha sfruttato questa “arma segreta” per stimolare l’appetito dei propri clienti e rievocare nella loro mente anche i bei momenti trascorsi nei suoi ristoranti.

    rebranding cos'è

    Come funzionano i cartelloni aromatici?

    I cartelloni aromatici, caratterizzati dai colori giallo e rosso e privi di logo, sono stati collocati strategicamente entro 200 metri dai ristoranti McDonald’s, consentendo così ai clienti di seguire il profumo del cibo fino alla fonte.

    Inoltre, per diffondere l’invitante aroma di patatine fritte ed Happy Meal, all’interno dei cartelloni pubblicitari vengono posizionati dei vassoi riempiti con questi prodotti iconici del celebre marchio di fast food. Grazie a ventilatori all’avanguardia, il delizioso sapore del cibo si diffonde fino a una distanza di circa 5 metri, attirando l’attenzione e stimolando l’appetito dei passanti.

     

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  • Pitti Uomo: Mr Keting è presente!

    Pitti Uomo: Mr Keting è presente!

    Se l’abito non fa il monaco, Pitti immagine fa certamente la Moda Uomo della stagione ventura.

    Un palco per il debutto del marchio Seetees, accompagnato fin dal principio da Mr Keting, il quale ne ha curato l’identità e immagine.

     

    L’empireo della moda, la “stanza dei bottoni” in cui si detta la moda del futuro, indossa oggi, martedì 13 giugno, i panni della sua 92esima edizione.

    Un tripudio di stile, design, ricerca e tendenze: nei prossimi 3 giorni Palazzo Pitti vestirà il mondo della moda, svelando i progetti menswear che più di altri hanno dimostrato di saper anticipare le vibrazioni più intime del fashion di domani.

    Tra questi marchi, Seetees: lo chicwear nato 3 anni fa che, dopo aver preso le giuste misure, dimostra oggi di avere la stoffa giusta per esporre le sue ultime collezioni nel salone più prestigioso della moda.

    UN GUANTO DI FIDA IMPORTANTE, CHE SEETEES HA ACCOLTO CHIAMANDO AL SUO FIANCO MR KETING.


    ED ECCOLO DUNQUE, L’UOMO COL BAFFETTO!
    CARDIGAN MARCHIATO SEETEES, MANICHE RIMBOCCATE, E I SUOI FIORI ALL’OCCHIELLO:
    VISUAL E STORYTELLING

    • Brand Image
    • Brand Experience
    • Design
    • Comunicazione
    • Copywriting
    • Website
    • Promozione
    • Visual
    • Allestimento fiera
    • Press Officer Management

    Sin dal principio Mr Keting ha accompagnato Seetees verso il suo debutto a Pitti Uomo 2017, curandone identità e immagine di marca.

    Una partnership importante per entrambi che incalza un “TANTO DI CAPPELLO!”, tutto meritato!


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