Autore: Ivan Agliardi

  • Cos’è il whistleblowing? Significato e vantaggi per le aziende

    Cos’è il whistleblowing? Significato e vantaggi per le aziende

    Negli ultimi anni il whistleblowing ha acquisito crescente rilevanza a livello internazionale.

    In Italia, a partire da marzo 2023, le aziende con più di 50 dipendenti sono tenute a dotarsi di un sistema interno per la gestione delle segnalazioni. Si tratta non solo di un obbligo normativo, ma anche di un’opportunità per creare un ambiente di lavoro più sicuro, trasparente e competitivo.

    Che cos’è il WHISTLEBLOWING?

    Il whistleblowing è la pratica che consente a dipendenti, collaboratori e terze parti di segnalare, in modo anonimo e protetto, comportamenti illeciti o irregolarità all’interno dell’azienda.

    Non si tratta di semplici reclami, ma di denunce relative a frodi, corruzione, conflitti di interesse, discriminazioni, abusi o violazioni di leggi e del Codice Etico, con potenziali impatti significativi su persone e business.

    Un sistema efficace prevede canali dedicati, riservatezza delle informazioni, protezione dalle ritorsioni, tempi di risposta chiari e tracciabilità delle azioni di follow-up.

    Possono segnalare dipendenti, fornitori, consulenti o clienti: in sostanza, chiunque individui un rischio.

    La gestione corretta delle segnalazioni consente di prevenire danni economici e legali, individuare tempestivamente criticità organizzative e rafforzare la cultura della trasparenza.

    WHISTLEBLOWING interno ed esterno

    Le segnalazioni possono avvenire attraverso due principali modalità.

    Il whistleblowing interno coinvolge i dipendenti che individuano comportamenti illeciti o irregolari e li comunicano tramite canali sicuri messi a disposizione dall’azienda, garantendo anonimato e protezione da eventuali ritorsioni.

    Il whistleblowing esterno, invece, riguarda le segnalazioni provenienti da clienti, fornitori o da chiunque abbia contatti con l’impresa, fino alla possibilità di rivolgersi direttamente alle autorità competenti.

    In entrambi i casi, è fondamentale che la denuncia riguardi illeciti previsti dalla normativa nazionale o europea, assicurando così che le segnalazioni siano rilevanti, legittime e gestite secondo criteri di correttezza, trasparenza e responsabilità.

    Quali segnalazioni rientrano

    I whistleblower possono segnalare un ampio spettro di comportamenti scorretti, che spaziano dalla corruzione e dall’abuso di potere, alle molestie e discriminazioni sul lavoro, fino a frodi fiscali, riciclaggio di denaro e violazioni della privacy o uso improprio dei dati.

    Rientrano tra le segnalazioni anche la falsificazione di documenti, l’insider trading, le violazioni ambientali, nonché le infrazioni legate alla proprietà intellettuale e ai diritti umani.

    Portare alla luce queste situazioni significa tutelare non solo l’azienda, ma anche l’intera collettività, rafforzando trasparenza, legalità ed etica in ogni ambito.

    OBBLIGHI DI LEGGE

    Con la Direttiva UE 2019/1937, dal 17 dicembre 2023 tutte le aziende italiane con oltre 50 dipendenti devono dotarsi di un sistema di whistleblowing. Il processo di segnalazione prevede tre livelli:

    1. Segnalazione interna

    Il dipendente comunica l’irregolarità attraverso un canale dedicato dell’azienda, pensato per garantire riservatezza e protezione.

    2. Segnalazione alle autorità competenti

    Se la gestione interna non risolve il problema, il whistleblower può rivolgersi ad ANAC o ad altre autorità designate, che assicurano un controllo indipendente.

    3. Segnalazione pubblica

    Solo in ultima istanza la denuncia può essere resa pubblica, con possibili conseguenze anche gravi sul piano economico e reputazionale per l’impresa.

    Tempistiche operative

    Per garantire trasparenza e tutela, chi riceve la segnalazione è tenuto a confermarne la presa in carico entro 7 giorni e a fornire un aggiornamento sostanziale entro 3 mesi.

    Nei casi più complessi, questo termine può essere esteso fino a 6 mesi, purché ne venga data adeguata motivazione.

    Tali tempistiche devono essere chiaramente indicate nella policy aziendale, comunicate al segnalante e monitorate attraverso una piattaforma dedicata che assegni un ID univoco, invii promemoria automatici e gestisca eventuali escalation.

    In questo modo l’intero iter rimane trasparente, le aspettative delle parti coinvolte risultano allineate e la fiducia nel processo viene rafforzata.

    I vantaggi per le aziende aziende

    Il whistleblowing è molto più della semplice compliance: consente di intercettare tempestivamente irregolarità e rischi operativi, riducendo la probabilità di sanzioni, contenziosi e fermi produttivi.

    La tracciabilità del processo (chi fa cosa, quando e con quali evidenze) rende la trasparenza misurabile e rafforza la fiducia di clienti, partner, investitori e candidati.

    La piattaforma centralizza le evidenze e lo storico delle segnalazioni, semplificando i controlli e le valutazioni dei partner.

    Questo approccio favorisce l’accesso a gare e filiere con standard elevati di integrità, facilita il dialogo con assicurazioni e istituti di credito e contribuisce a migliorare i rating ESG, agevolando l’ingresso in bandi e supply chain più esigenti.

    Un canale sicuro alimenta una cultura “speak-up” fondata su responsabilità e ascolto: crescono engagement, produttività e retention.

    Il risultato è un governo dei rischi più solido e un’azienda più competitiva nel tempo: un sensore organizzativo che accelera le correzioni e rende visibili i progressi.

    Perchè scegliere un software di whistleblowing

    Affidarsi a una semplice casella email o a una linea telefonica non è sufficiente: strumenti di questo tipo non garantiscono né anonimato né un livello adeguato di sicurezza.

    Il software di Mr Keting risponde a tutte queste esigenze: offre una piattaforma sicura e criptata, che tutela l’identità dei whistleblower e al tempo stesso semplifica il lavoro interno di gestione delle irregolarità, trasformando un obbligo normativo in un’occasione di crescita per l’organizzazione.

    VUOI UN SISTEMA DI WHISTLEBLOWING SICURO PER LA TUA AZIENDA?

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  • Google vs Chatgpt: due modelli informativi a confronto

    Google vs Chatgpt: due modelli informativi a confronto

    Il nostro modo di cercare informazioni sta vivendo una trasformazione profonda. Se un tempo bastava digitare una parola chiave su Google per ottenere una lista di risultati, oggi ci rivolgiamo sempre più spesso a sistemi di intelligenza artificiale conversazionale.

    La diffusione di strumenti come ChatGPT rappresenta un vero cambio di paradigma, capace di ridefinire il nostro rapporto con la conoscenza.

    Per chi crea contenuti, offre consulenza o opera nell’e-commerce, questa evoluzione non è solo un trend tecnologico, ma un fattore destinato ad avere conseguenze concrete e decisive.

    Dall’informazione alla conversazione digitale

    Google e ChatGPT incarnano due modalità profondamente diverse di accesso alla conoscenza, fondate su filosofie complementari.

    Google è un motore di ricerca che esplora miliardi di pagine, le indicizza tramite algoritmi complessi e restituisce una lista di link da consultare. Se digiti, ad esempio, “ristoranti a Milano”, troverai recensioni, mappe, articoli di blog e siti ufficiali: un ventaglio di contenuti che permette di confrontare punti di vista e verificare la credibilità delle fonti. È un processo che richiede tempo e spirito critico, ma che educa all’analisi e alla selezione delle informazioni.

    ChatGPT, al contrario, funziona come un motore di risposte: non mostra collegamenti esterni, ma genera direttamente un testo sintetico grazie a modelli linguistici di ultima generazione, addestrati su grandi quantità di dati. Alla stessa domanda sui ristoranti di Milano, proporrà un elenco di locali corredato da descrizioni e consigli pratici, riducendo al minimo i passaggi intermedi e lo sforzo cognitivo dell’utente.

    I due approcci si integrano: Google stimola l’esplorazione critica, ChatGPT offre sintesi immediata. Insieme creano un ecosistema informativo ibrido, adattabile a contesto ed esigenze.

    Gemini: la risposta di Google all’AI conversazionale

    Per restare competitiva nell’era dell’intelligenza artificiale generativa, nel 2023 Google ha lanciato Gemini, la sua nuova famiglia di modelli linguistici.

    Gemini integra le funzionalità classiche del motore di ricerca con capacità avanzate di comprensione, sintesi e ragionamento, ponendosi come un ponte tra il mondo dei link e quello delle risposte immediate.

    Oltre a fornire risultati più contestuali e personalizzati, Gemini punta sull’integrazione multimodale (testo, immagini, codice e audio) e su un’interazione più naturale con l’utente.

    L’obiettivo è ridurre la distanza tra la ricerca tradizionale e le conversazioni con l’AI, rafforzando la posizione di Google come punto di riferimento nell’ecosistema digitale globale.

    Cambiamento nell’esperienza utente

    Tuttavia, questa immediata accessibilità cambia profondamente il comportamento dell’utente: si riduce il tempo dedicato alla ricerca, diminuisce l’esposizione a link e contenuti esterni e cresce la dipendenza dal prompt, cioè dalla precisione con cui viene formulata la domanda.

    Il rischio è trasformare l’utente in un lettore più passivo, che delega la comprensione all’AI, ma chi sa utilizzare questi strumenti in modo consapevole può ottenere una produttività significativamente maggiore.

    Business model a confronto

    Sul piano economico, Google e ChatGPT adottano strategie differenti.

    Google monetizza attraverso la pubblicità basata su click e attenzione, un modello che ha dominato il web negli ultimi vent’anni.

    OpenAI, invece, punta su abbonamenti, API e risposte sponsorizzate, aprendo la strada a contenuti generati dall’AI arricchiti da brand mirati.

    Entrambi stanno sperimentando nuove forme di monetizzazione, ma la direzione appare evidente: offrire risposte sempre più integrate e personalizzate, in cui informazione e marketing si intrecciano.

    Fonti e credibilità: chi ci garantisce l’affidabilità?

    Questo modifica radicalmente il rapporto con l’informazione: la verifica diventa più complessa e il confine tra dato certo ed elaborazione probabilistica si assottiglia.

    La sfida dei prossimi anni sarà garantire risposte non solo rapide, ma anche trasparenti e verificabili; per questo editori, aziende e istituzioni dovranno investire nella qualità dei contenuti e nella reputazione online, fornendo all’AI materiale affidabile e al pubblico strumenti realmente utili per orientarsi.

    L’arrivo di GPT-5: l’evoluzione dell’IA conversazional

    Il 7 agosto 2025, OpenAI ha ufficialmente lanciato GPT-5, un nuovo modello di intelligenza artificiale che non solo migliora la comprensione del linguaggio naturale, ma segna anche un progresso verso l’intelligenza artificiale generale (AGI), con l’obiettivo di replicare il ragionamento umano in attività complesse.

    Tra le principali innovazioni introdotte:

    • Capacità di ragionamento avanzato: il modello è in grado di affrontare problemi complessi che richiedono un pensiero logico articolato, migliorando la qualità delle risposte in ambiti specialistici.
    • Riduzione delle “allucinazioni”: grazie a un addestramento più accurato, GPT-5 offre risposte più precise e affidabili.
    • Interazione multimodale: il nuovo modello supporta l’elaborazione di input e output in diversi formati, come testo, immagini e audio, ampliando le possibilità di utilizzo in vari contesti.
    • Maggiore capacità contestuale: GPT-5 è in grado di gestire conversazioni più lunghe e complesse, mantenendo la coerenza e la pertinenza delle risposte.

    Google e ChatGPT: concorrenti o alleati?

    Dobbiamo davvero scegliere? No, non è (ancora) il momento di decidere tra Google e ChatGPT. È il momento di capire come usare entrambi in modo strategico.

    Per i professionisti della formazione, della consulenza, del marketing, basta essere visibili su Google? Oggi serve anche farsi trovare nelle risposte delle AI.

    Come? Scrivendo meglio, in modo più chiaro, segmentato e strutturato. Investendo nella reputazione e nella qualità, perché le AI imparano da ciò che trovano.

  • Da zero a Perfex: il valore strategico dell’open source spiegato alle PMI

    Da zero a Perfex: il valore strategico dell’open source spiegato alle PMI

    Non è stato un semplice workshop tecnico.

    Lo scorso 30 giugno, presso la Camera di Commercio di Milano, si è tenuto “Da zero a Perfex”, un evento pensato per offrire alle PMI italiane uno sguardo nuovo – e soprattutto concreto – sulla digitalizzazione dei processi aziendali.

    A guidare l’incontro è stato Ivan Agliardi, CTO di Mr Keting e innovation manager certificato MISE, che ha costruito un percorso in grado di unire formazione operativa, casi d’uso reali e una riflessione più ampia sul ruolo dell’open source all’interno delle imprese.

    Oltre la tecnologia: prima i processi

    In un contesto in cui spesso la tecnologia viene proposta come una “soluzione magica”, il workshop ha scelto di fare il contrario: rimettere al centro i processi, prima ancora degli strumenti.

    Perfex – il CRM open source protagonista dell’incontro – non è stato presentato come un prodotto da installare, ma come una base flessibile su cui costruire, in modo consapevole, la propria organizzazione aziendale.

    Camera di commercia Milano

    Una cultura organizzativa, prima ancora che tecnica

    Fin dalle prime battute, Ivan ha invitato i partecipanti – imprenditori, professionisti e operatori del mondo PID – a porsi le domande giuste: Come comunichiamo tra reparti? Come gestiamo le richieste dei clienti? Come archiviamo offerte e preventivi?

    È solo a partire da queste domande che si può progettare un sistema digitale coerente, realmente funzionale alle esigenze aziendali. In questo scenario, Perfex si rivela uno strumento ideale: open source, personalizzabile, modulare, pensato per le PMI che desiderano digitalizzare i propri flussi mantenendo pieno controllo.

    Mr flow CRM
    People working on a laptop in a meeting

    L’open source come leva strategica

    Come raccontato anche da StratupItalia in un recente approfondimento, l’open source sta vivendo una nuova stagione nelle imprese italiane, non solo per ragioni economiche, ma per la sua capacità di offrire trasparenza, autonomia e flessibilità.

    Nel corso del workshop, questi valori sono stati concretamente messi in pratica attraverso una demo guidata, basata su scenari reali: dalla gestione dei ticket interni alla tracciabilità delle attività operative, fino alla digitalizzazione dei preventivi.

    Non si è parlato di software “chiavi in mano”, ma di metodo, struttura e capacità di ottimizzare processi che spesso vengono affrontati con strumenti improvvisati o scollegati tra loro.

    Ivan ha sottolineato come la vera forza dell’open source stia nella possibilità di modellare il software sulle persone – e non viceversa. Ed è proprio in quest’ottica che Perfex può diventare uno strumento potente, a patto che venga inserito all’interno di un progetto guidato da chi conosce davvero le dinamiche aziendali.

    Mr FLow: da Perfex a soluzione integrata

    L’esperienza maturata in anni di consulenze e implementazioni ha portato Mr Keting a sviluppare Mr Flow, una piattaforma CRM evoluta, costruita a partire da Perfex e pensata per rispondere in modo mirato alle esigenze delle PMI italiane.

    Mr Flow non è un pacchetto preconfezionato, ma un sistema modulare, personalizzabile e integrabile. Nasce per accompagnare la crescita aziendale, offrire visione su ciò che accade in azienda e semplificare i passaggi che spesso rallentano le attività quotidiane.

    Scegliere Mr Flow significa adottare non solo uno strumento, ma un approccio strategico alla digitalizzazione, guidato da professionisti che conoscono il linguaggio delle imprese.

    In questo senso, il workshop alla Camera di Commercio ha rappresentato solo il primo passo di un percorso più ampio, fatto di affiancamento, formazione e sviluppo su misura.

    Mr Flow CRM Mockup

    Un invito alla consapevolezza digitale

    Il messaggio emerso è chiaro: adottare strumenti digitali non basta per definirsi digitali. Serve metodo, cultura del processo e una visione integrata.

    L’open source, se guidato da competenze reali, può diventare una leva concreta di trasformazione. Non solo per ottimizzare flussi e architetture, ma per cambiare la mentalità con cui un’impresa guarda a sé stessa.

    Chi ha partecipato al workshop non è tornato a casa con un nuovo tool, ma con un nuovo schema di lettura: quello che trasforma le criticità operative in occasioni di crescita.

    Vuoi scoprire se Mr Flow è adatto alla tua realtà?

    Contattaci per una demo gratuita

  • European Accessibility Act in Italia: multe fino a 40.000€ per le aziende

    European Accessibility Act in Italia: multe fino a 40.000€ per le aziende

    A partire dal 28 giugno 2025, in Italia entrerà ufficialmente in vigore l’European Accessibility Act (EAA), una normativa europea che impone alle aziende l’obbligo di rendere accessibili i propri siti web, app e servizi digitali anche alle persone con disabilità visive, uditive, motorie e cognitive.

    Le imprese che non si adegueranno in tempo rischiano sanzioni fino a 40.000 euro, oltre alla possibilità di vedersi ritirati i prodotti digitali dal mercato o esclusi da gare pubbliche.

    Cosa prevede l’European Accessibility Act in Italia?

    L’obiettivo dell’European Accessibility Act in Italia è garantire che ogni cittadino, a prescindere dalla propria condizione fisica o sensoriale, possa navigare, informarsi, acquistare e comunicare online in modo autonomo e senza ostacoli.

    L’Accessibility Act obbliga le aziende a progettare i propri servizi digitali secondo i principi dell’accessibilità universale, introducendo requisiti tecnici minimi da rispettare su:

     

    • Siti web
    • App mobili
    • E-commerce
    • Servizi bancari digitali
    • Comunicazioni elettroniche (email, chat, VoIP)
    • Streaming e TV on demand
    • Documenti digitali
    • Servizi pubblici online
    Mr Keting - European Accessibility ACT in Itlia: Multe finoa 40.000 € per le aziende

    EAA: il web è un diritto di tutti

    Rendere accessibile la propria piattaforma digitale significa permettere a milioni di persone con disabilità di navigare senza ostacoli, informarsi, fare acquisti e comunicare in autonomia online.

    È molto più di un obbligo normativo: è un segno concreto di rispetto verso chi affronta ogni giorno barriere digitali che oggi, grazie agli sviluppi della tecnologia, possono essere evitate.

    Quali sono le aziende che devono adeguarsi?

    In Italia, devono adeguarsi alla normativa dell’European Accessibility Act, tutte le aziende che offrono prodotti o servizi digitali al pubblico in possesso dei seguenti requisiti:

     

    • Più di 10 dipendenti
    • Fatturato superiore a 2 milioni di euro
    • Microimprese (≤10 dipendenti e ≤2 milioni di fatturato) che non offrono servizi digitali al pubblico, ma offrono prodotti digitali (es: podcast, musica, e-book, etc.)
    • Microimprese che realizzano prodotti digitali conto terzi
    Mr Keting - European Accessibility ACT in Itlia: Multe finoa 40.000 € per le aziende

    Vendita di prodotti digitali: nessuno è esente

    Per quanto riguarda la vendita di prodotti digitali, a differenza dei servizi, tutte le aziende italiane (anche le microimprese) devono rispettare i requisiti previsti dall’EAA.

    I prodotti digitali includono:

     

    • E-book o guide PDF
    • Modelli e template
    • Musica e podcast
    • Fotografie e illustrazioni digitali

    Qual è la differenza tra prodotti e servizi digitali?

    La principale differenza tra prodotti e servizi digitali sta nella modalità di fornitura.

    I prodotti digitali sono beni intangibili, come ebook o software, che vengono acquistati e scaricati dal consumatore. I servizi digitali, invece, sono prestazioni che vengono offerte al consumatore, come ad esempio un abbonamento a un servizio di streaming o un corso online.

    Quindi, le microimprese devono adeguarsi all’European Accessibility Act solo se forniscono al consumatore prodotti digitali. Se, al contrario, si occupano esclusivamente della fornitura di servizi digitali, le microimprese sono esentate dagli obblighi dell’EAA.

    Mr Keting - European Accessibility ACT in Itlia: Multe finoa 40.000 € per le aziende
    Mr Keting - European Accessibility ACT in Itlia: Multe finoa 40.000 € per le aziende

    European Accessibility Act: le sanzioni previste

    Il mancato adeguamento all’EAA può comportare alle aziende pesanti sanzioni:

     

    • Multe da 5.000 a 40.000 euro
    • Sanzioni fino al 5% del fatturato annuo
    • Ritiro dal mercato di prodotti o servizi digitali
    • Esclusione da bandi e finanziamenti pubblici
    • Reclami e segnalazioni all’AGID

    Tutti i vantaggi di rendere la tua piattaforma accessibile

    Rendere accessibile un sito web non è solo un dovere legale, ma anche un vantaggio competitivo.

    Essere accessibili significa offrire un’esperienza inclusiva a milioni di utenti con disabilità, ampliare il proprio mercato potenziale, migliorare l’usabilità per tutti gli utenti e rafforzare la brand reputation, aumentando la responsabilità sociale d’impresa.

    Mr Keting - European Accessibility ACT in Itlia: Multe finoa 40.000 € per le aziende

    Come rendere accessibile la tua piattaforma digitale?

    I problemi più comuni su siti web e altri servizi digitali riguardano:

     

    • Contrasto cromatico insufficiente tra testo e sfondo
    • Mancanza di testo alternativo nelle immagini
    • Moduli compilabili senza etichette
    • Navigazione non accessibile da tastiera e limitata al solo uso del mouse
    • Titoli e sezioni disorganizzate
    • Link generici (“clicca qui”) non descrittivi
    • Nessuna trascrizione nei contenuti audio/video
    • Interfacce poco intuitive

     

    Per risolvere tutte queste problematiche l’unico modo è rivolgersi a tecnici e sviluppatori esperti in grado di apportare tutte le modifiche
    necessarie previste dall’EAA.

    Mr Keting - European Accessibility ACT in Itlia: Multe finoa 40.000 € per le aziende

    Rendi accessibile il tuo sito web con Mr Keting!

    Se stai cercando un partner di fiducia per rendere accessibile il tuo sito web e tutti i tuoi servizi digitali sei nel posto giusto.

    Da Mr Keting, i nostri sviluppatori restano costantemente aggiornati sulle normative, per mettere la tua azienda in regola con l’European Accessibility Act.

    Non aspettare oltre. Hai tempo fino al 28 giugno per evitare sanzioni e danni reputazionali.

    Il tuo sito è davvero conforme alle nuove regole di accessibilità?

    Contattaci per ricevere una consulenza dedicata e verificare subito lo stato del tuo sito.

  • Scopri Gemini, l’innovativa AI di Google

    Scopri Gemini, l’innovativa AI di Google

    Gemini è l’innovativa intelligenza artificiale di Google: scopri tutte le caratteristiche e i vantaggi per aziende e programmatori.

    All’inizio di dicembre, Google ha lanciato Gemini 1.0: un nuovo modello di intelligenza artificiale finalizzato a migliorare le prestazioni di Bard, il famoso chatbot di Google.

    Secondo molti test effettuati, le performance avanzate di Gemini superano quelle di Chat GPT-4. Scopriamo insieme tutte le versioni disponibili della nuova AI per creare testi, immagini e video in alta definizione.

    Cos’è Gemini 1.0 e tutte le versioni disponibili

    Gemini 1.0 è un modello di intelligenza artificiale multimodale, anche detto di deep learning: si tratta di una tipologia di AI che è in grado di generare informazioni ricavando i dati da diverse fonti, per esempio da testi, immagini, audio, video e codici di programmazione.

    L’obiettivo di questo modello è quello di combinare tutte le informazioni ricavate dai vari input per comprendere al meglio il contesto e generare così risultati più precisi e completi.

    Attualmente, Google ha creato tre varianti di Gemini: Ultra, Pro e Nano. Le tre versioni differiscono per la dimensione del loro sistema di apprendimento automatico, più grande in Gemini Ultra (con 1,6 trilioni di parametri) e più piccolo in Gemini Nano (10 miliardi di parametri).

    Gemini Ultra, Nano e Pro: quale scegliere 

    Maggiore è il modello di apprendimento automatico, maggiore è la capacità dell’intelligenza artificiale di apprendere informazioni e generare risultati affidabili e creativi. 

    Proprio per questo motivo, Gemini Ultra è il modello più costoso in quanto è in grado di utilizzare ben 57 macro aree del sapere per risolvere operazioni elaborate e complesse in modo estremamente accurato. 

    Tuttavia, anche Gemini Pro, con i suoi 100 miliardi di parametri, è un’ottima scelta per generare contenuti originali e di alta qualità. Ad oggi, la versione Pro è disponibile gratuitamente su Google Bard e rappresenta quindi un grande aiuto per aziende e programmatori che vogliono rendere la propria attività più efficiente contenendo i costi.

    Per quanto riguarda Gemini Nano, invece, questo modello è disponibile solo sui dispositivi Google Pixel 8 Pro e permette di ottenere ottimi risultati in quelle operazioni più semplici e generiche.

    Quando arriva Gemini Ultra? 

    A differenza delle versioni Nano e Pro già in uso, Gemini Ultra arriverà su Bard all’inizio del 2024 con prestazioni avanzate che, secondo la stessa casa madre, supererebbero quelle di Chat GPT-4 di OpenAI, soprattutto nella matematica e nella codifica specializzata.

    Infatti, Jeff Dean, Capo Scienziato di Google, ha dichiarato che Gemini Ultra è il primo modello “a raggiungere prestazioni di umano esperto su MMLU in 57 soggetti con un punteggio superiore al 90%“.

    Per altre succulente novità digitali, scopri le ricette del nostro blog!

  • Direttiva Omnibus: quello che devi sapere se hai un ecommerce

    Direttiva Omnibus: quello che devi sapere se hai un ecommerce

    Cosa cambia con la Direttiva UE Omnibus per chi ha un ecommerce? Scopri in questa news le novità introdotte a tutela dei consumatori, leggi l’approfondimento.

    Il 1° luglio 2023 è entrata ufficialmente in vigore anche in Italia la Direttiva UE 2019/2161, conosciuta come “Direttiva Omnibus”.

    Questa direttiva recepisce la nuova normativa europea per la tutela dei consumatori nel commercio B2C, focalizzandosi sulle pratiche commerciali scorrette e sulle clausole vessatorie.

    Le due principali aree di interesse per le aziende riguardano la comunicazione di riduzione dei prezzi e le pratiche commerciali scorrette e, nello specifico, in questo articolo scopriremo cosa cambia per chi ha un ecommerce con l’introduzione della nuova Direttiva.


    Comunicazione di riduzione dei prezzi

    Con la nuova normativa, ogni comunicazione riguardante sconti o riduzioni di prezzo deve indicare il prezzo più basso applicato alla generalità dei consumatori nei 30 giorni precedenti l’applicazione della riduzione.

    Questo significa che le aziende devono fornire un riferimento chiaro al prezzo precedente affinché i consumatori possano valutare effettivamente l’entità dello sconto.


    Quali annunci sono attenzionati dalla Direttiva Omnibus

    La disciplina si applica ad annunci come “saldi“, “offerte speciali“, “Black Friday“, “acquista oggi e non paghi l’IVA“, “vendite promozionali” e “liquidazione“.

    Tuttavia, ci sono annunci che non sono interessati dalla Direttiva, come ad esempio per gli annunci: “vendite sottocosto“, “prezzi di lancio“, offerte combinate o soggette a condizioni (come ad esempio l’offerta “3×2”) e offerte personalizzate (come le promozioni legate a programmi fedeltà o a Marketing Automation).

    A tal proposito, secondo quanto previsto dalla Direttiva, è comunque richiesto indicare nelle informazioni pre-contrattuali che i prezzi sono personalizzati sulla base di un processo decisionale automatizzato.

    La nuova normativa si applica agli annunci di riduzione di prezzo su tutti i canali distributivi e comunicativi, sia online che offline. Tuttavia, gli e-commerce B2C sono particolarmente colpiti, poiché devono intervenire sulle etichette e sui prezzi esposti negli shop online per adeguarsi alle nuove disposizioni.


    Pratiche commerciali scorrette

    La Direttiva Omnibus amplia, inoltre, la lista delle pratiche considerate scorrette. Alcuni esempi includono la vendita di beni con “dual quality”, ossia la proposta di beni con packaging identico ma diversa qualità, l’omissione del fornitore terzo di prodotti negli e-commerce, l’omissione dei parametri di classificazione nelle ricerche (ad esempio sui Marketplace), la mancata segnalazione degli annunci pubblicitari a pagamento e le recensioni non veritiere.


    Le novità riguardanti le recensioni

    Per quanto riguarda le recensioni dei consumatori accessibili agli altri utenti, sarà necessario indicare se e come le recensioni provengono da acquirenti reali e dotarsi degli strumenti e dei metodi per dimostrare la veridicità delle stesse.

    Saranno ammesse alcune pratiche, come richiedere ai clienti effettivi di inviare una recensione, selezionare le recensioni positive (avvertendo che si tratta di una selezione) e indicare se la recensione è stata richiesta dall’azienda.


    E il tuo ecommerce…è a norma?

    La Direttiva Omnibus rappresenta, alla luce delle novità introdotte, un notevole cambiamento per le aziende e i professionisti che lavorano con il proprio ecommerce, strumento ormai fondamentale per vendere i propri prodotti o servizi online.

    Nell’applicazione pratica della nuova normativa, però, è sempre bene ricevere l’assistenza di un esperto per evitare di incorrere in sanzioni e, quindi, danneggiare la propria attività.

    Se non hai ancora messo a norma il tuo ecommerce e desideri uno strumento efficiente, sicuro e a norma di legge, contatta gli Specialist Mr Keting, insieme a noi i saldi estivi sono tutta un’altra storia.

  • Cybersecurity e Ai: scenario, rischi e opportunità

    Cybersecurity e Ai: scenario, rischi e opportunità

    Si riaccende il dibattito internazionale relativo a Ai e cybersecurity. Tra allarmi degli esperti e rassicurazioni, quanto manca al punto di non ritorno?

    L’intelligenza artificiale torna protagonista del dibattito pubblico dopo qualche settimana di apparente calma: il ritorno in Italia di ChatGPT insieme con la conferenza RSA appena conclusa a San Francisco, hanno infatti riacceso la discussione che da inizio anno imperversa un po’ ovunque.

    Se di intelligenza artificiale si parla ufficialmente da oltre 40 anni, è solo da pochi mesi che l’argomento desta numerose e, considerati i rischi, motivate, preoccupazioni tra addetti ai lavori e non solo.

    Quali sono quindi pericoli e benefici che l’Ai potrebbe avere nella quotidianità di aziende, liberi professionisti e attività commerciali in genere? Quale il suo impatto sulla cybersicurezza? Proviamo a fare il punto qui.


    Le (nuove) carte in tavola

    A dare una definizione per il fenomeno Ai è il direttore della cybersecurity dell’Agenzia per la sicurezza nazionale statunitense (Nsa) Rob Joyce che, in occasione della RSA ha dichiarato la nuova tecnologia una vera e propria esplosione non ancora completata.

    Impossibile secondo Joyce non considerare il rapporto tra Ai e malware: la difesa dei sistemi informatici e gli strumenti a disposizione, in questo senso, cambiano totalmente di prospettiva rispetto a quanto finora conosciuto.

    Nel delineare lo scenario prossimo futuro, infatti, è impossibile non interrogarsi sul ruolo degli hacker nello sviluppare e distribuire malware capaci di mettere a soqquadro i più sofisticati sistemi del settore pubblico e privato.

    Sfruttando la tecnologia Ai, infatti, i malintenzionati hanno la possibilità di automatizzare gli attacchi, producendo effetti catastrofici a caduta con importanti ripercussioni per TUTTI.


    Tra preoccupazioni degli esperti e pericoli concreti

    A mettere in guardia sui rischi di ulteriori sviluppi dell’AI è proprio il suo padrino, Geoffrey Hinton che, dopo 10 anni in Google come responsabile delle attuali intelligenze artificiali, inverte la rotta e consegna le dimissioni dichiarando che “la tecnologia può essere pericolosa”.

     Oltre al padrino dell’Ai, sono stati numerosi e altrettanto qualificati gli esperti che negli ultimi mesi hanno messo in guardia circa i potenziali pericoli dello sviluppo dell’Ai, come, appunto, il rapporto tra Ai e malware.

    Benché i chatbot Ai siano incapaci di sviluppare da zero nuovi malware, infatti, bisogna considerare il fatto che gli hacker potrebbero modificare malware esistenti proprio con l’Ai, allo scopo di modificarne caratteristiche e comportamento.

    Se questo dovesse accadere, gli attuali strumenti di cybersicurezza, come gli antivirus, non sarebbero in grado di riconoscerli e quindi nemmeno di segnalarne la versione, producendo danni irreparabili verso sistemi informatici dei più evoluti.


    L’Ai che fa bene ad aziende, PMI e industria 4.0

    Al centro del dibattito internazionale, però, anche le opportunità che l’intelligenza artificiale è senza dubbio capace di assicurare per la crescita e lo sviluppo del sistema economico.

    Primo tra tutti in materia di cybersicurezza, l’aspetto di acceleratore della difesa: avvalendosi infatti delle caratteristiche specifiche dell’Ai, tra le quali analisi e automazione dei grandi dati, è possibile individuare modelli di sfruttamento delle vulnerabilità, fornendo così aiuto concreto alle imprese per definire le priorità relative alla sicurezza.

    Ulteriore aspetto positivo insito nella tecnologia Ai, ad esempio, la possibilità di automatizzare processi relativi al customer service, come testimonia Mr Askme, l’assistente virtuale frutto della collaborazione tra Mr Keting e Open Ai che supporta i clienti e aiuta PMI a raggiungere i propri obiettivi in tutta sicurezza.

    L’industria 4.0, infine, già da anni vicina alle innovazioni proprie dell’intelligenza artificiale, potrebbe ulteriormente incrementare il livello di cybersicurezza fino ad arrivare, chissà, a non doversene più preoccupare.

  • Mr Keting supporta l’industria 4.0 anche in Veneto

    Mr Keting supporta l’industria 4.0 anche in Veneto

    Siamo stati accreditati dalla Regione Veneto per supportare le PMI nel processo di digitalizzazione e innovazione tramite i finanziamenti di Innoveneto. Scopri di più.

    Il nostro obiettivo è aiutare le aziende a digitalizzarsi, aumentare il loro giro d’affari e distinguersi sul mercato attuale. Non è un segreto, però, che per attuare questo processo di innovazione tecnologica ci sia bisogno di un investimento e che, seppur ridotto, per molte aziende questo possa risultare impegnativo.

    Fortuna che le istituzioni aiutano in modo concreto le PMI, mettendo a disposizione dei finanziamenti e delle agevolazioni economico/fiscali per le aziende che decidono di aprirsi all’industria 4.0. Innoveneto è il progetto di Regione Veneto che si occupa proprio dei finanziamenti alle aziende, e vuole attuare progetti che rappresentino un passo verso il mercato di domani. Scopriamo insieme di cosa si tratta e perché Mr Keting è stato ammesso tra la lista dei suoi fornitori.


    Innoveneto: il portale per l’innovazione delle PMI venete

    Innoveneto è un progetto della Regione Veneto che si pone l’obiettivo di facilitare l’accesso delle PMI ai finanziamenti per la trasformazione tecnologica, l’industria 4.0 e la digitalizzazione. Tramite il portale www.innoveneto.org le aziende possono conoscere i bandi attualmente disponibili a livello regionale, nazionale ed europeo, partecipare ai cluster tecnologici e trovare fornitori fidati con cui collaborare per il loro processo di crescita.

    Innoveneto


    Mr Keting è stato accreditato da Innoveneto come fornitore fidato

    Per evitare che i finanziamenti vengano sprecati, Innoveneto richiede che ogni progetto venga affidato a realtà innovative e con le giuste competenze. Sul portale è quindi presente un elenco di fornitori che hanno già dimostrato di avere le risorse necessarie ad accompagnare le aziende verso l’industria 4.0, e ai quali le aziende possono rivolgersi per realizzare progetti finanziati di innovazione o digitalizzazione.

    Collaborando con le PMI venete, per noi era fondamentale essere accreditati tra i fornitori fidati di Innoveneto e, dopo un’attenta valutazione da parte degli organi di competenza, da oggi Mr Keting rientra tra i fornitori riconosciuti per le categorie

    • Marketing intelligence
    • Sistemi informativi
    • Pianificazione promozionale

    Mr Keting è stato accreditato come fornitore fidato anche da Unioncamere Lombardia. Per saperne di più, leggi l’articolo “Industria 4.0: Mr Keting è un fornitore certificato”.


    I vantaggi per le aziende venete

    Avere Mr Keting tra le aziende accreditate Innoveneto rappresenta un asso nella manica per le aziende venete che vogliono digitalizzarsi ed aprirsi all’industria 4.0.

    Grazie alle nostre competenze tecniche, ai nostri team di specialisti del web e al nostro metodo data-driven possiamo accompagnare le aziende in una trasformazione che migliora l’organizzazione interna dei flussi di lavoro, agevola le operazioni commerciali e genera un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti.

    Inoltre, grazie ai finanziamenti Innoveneto, tutto questo è possibile con un investimento contenuto. Mr Keting ha infatti dimostrato di avere tutte le carte in regola per portare le aziende venete verso l’industria 4.0 e la Regione Veneto finanzia parte dei progetti che seguiamo proprio per agevolare il percorso di trasformazione tecnologica delle PMI sul territorio.


    Se sei un’azienda veneta e vuoi ottimizzare i tuoi investimenti per l’industria 4.0?

    Contattaci e insieme potremo ottenere i finanziamenti di cui hai bisogno per iniziare il tuo processo di digitalizzazione e trasformazione tecnologica.

     

    Contatta i nostri Key Account

     

  • Industria 4.0: Mr Keting è un fornitore certificato

    Industria 4.0: Mr Keting è un fornitore certificato

    Aiutiamo le aziende a digitalizzarsi e da oggi siamo certificati presso il Digital Experience Center come fornitori dell’industria 4.0. Scopri cosa possiamo fare per le aziende. 

    Le istituzioni sono attente allo sviluppo industriale del nostro paese e supportano le aziende con finanziamenti e bandi atti ad agevolare la digitalizzazione e il passaggio all’industria 4.0.

    All’interno di questo contesto, Unioncamere Lombardia ha creato la piattaforma Digital Experience Center, uno spazio virtuale dove promuovere il networking tra le aziende che guardano al futuro.

    Il Digital Experience Center ha come obiettivo la crescita e lo sviluppo delle tecnologie secondo il Piano Nazionale Impresa 4.0 e raccoglie un database di fornitori che hanno dimostrato di essere innovativi. Mr Keting fa parte di questi.


    Come siamo diventati fornitori certificati industria 4.0

    Per essere presenti nel database di Unioncamere Lombardia come fornitori certificati 4.0 è necessario aver già realizzato progetti che hanno aiutato le aziende a digitalizzarsi e ad entrare a pieno titolo nell’industria 4.0. Non basta dunque promuoversi come una start-up innovativa, ma bisogna avere a portfolio esempi reali di come il proprio lavoro ha supportato lo sviluppo dell’industria italiana.

    In Mr Keting abbiamo creduto nell’innovazione fin dalla nascita della nostra società e abbiamo dimostrato più e più volte come il nostro supporto alle aziende le possa aiutare a diventare imprese del III millennio, per questo avevamo tutte le carte in regola per diventare fornitori certificati, ma due progetti in particolare ci hanno aiutato ad essere accreditati come fornitori all’interno del Digital Experience Center. Eccoli nel dettaglio.


    Industria 4.0 applicata allo stampaggio metalli

    Negli ultimi anni abbiamo collaborato con TF Lab, azienda di Lumezzane -BS- specializzata nella produzione di stampi per metalli colati. Punto di forza di TF Lab è l’approccio scientifico/matematico: i progettisti interni studiano e analizzano ogni dettaglio del progetto prima di procedere con la progettazione e la produzione dello stampo, limitando il margine di errore e ottimizzando tempi e risorse.

    Oltre alla creazione del nuovo sito web, la TF Lab ci ha chiesto di realizzare un software che permettesse ai clienti di simulare il riempimento delle cavità dello stampo in pressocolata, calda o fredda, con diverse tipologie di leghe.

    Collaborando con Francesco Tonolli, team leader della TF Lab, abbiamo quindi sviluppato una Web Application molto complessa chiamata Virtual Die Casting, con la quale progettisti e stampisti possono ottenere una simulazione del processo di stampa.

    Questa Web App aiuta gli stampisti nella taratura degli impianti di produzione relazionando tra loro oltre 50 parametri per generare un report che evidenzia la fattibilità del progetto e le sue criticità in base al tipo di materiale, di impianto e di attrezzatura utilizzata in produzione.

    La Virtual Die Casting è accessibile sia tramite l’acquisto di un ticket, che in abbonamento, e l’intero servizio è integrato in un e-commerce dove i clienti possono acquistare in autonomia il pacchetto più adatto alle loro esigenze.


    Industria 4.0 applicata alle trafilatrici industriali

    Il secondo progetto che ci ha permesso di essere riconosciuti come fornitori certificati industria 4.0 è il software sviluppato per la Pan Chemicals Spa. L’azienda, con sede a Rogno, in provincia di Bergamo, produce lubrificanti per trafilatura del ferro e ha sviluppato linee di lubrificanti a secco, a umido, per filo non ferroso, ma anche prodotti ecologici secondo le Normative Ambientali Internazionali e prodotti dedicati alla zincatura a caldo.

    Il software che abbiamo creato analizza e ottimizza la resa delle trafilatrici industriali per la lavorazione del ferro, verificando in fase preventiva l’effetto dei diversi lubrificanti sull’ottimizzazione della produzione. Questa Web Application è disponibile sia per desktop che per iOS e Android, così da poter essere scaricata dai clienti sul proprio smartphone ed essere consultata in ogni momento.


    I vantaggi delle Web App per le industrie

    Queste Web App hanno permesso alle aziende, e anche ai loro clienti, di fare un enorme passo avanti nella gestione dei progetti. Attraverso software dedicati, infatti, si ottengono vantaggi in termini di:

    • Velocità dei processi di verifica e delle analisi preventive
    • Ottimizzazione dei tempi di test
    • Riduzione del margine d’errore
    • Snellimento dei contatti tra la produzione e gli studi tecnici
    • Creazione di uno storico dei progetti

    Inoltre, si genera un circolo virtuoso di miglioramento continuo, che vede nella Web App il primo step verso un processo di digitalizzazione che rende le aziende imprese 4.0 a tutti gli effetti.


    Dai QR Code dinamici alle integrazioni con le stampanti industriali

    I due progetti appena descritti sono gli esempi più lampanti di come possiamo aiutare le aziende a diventare imprese 4.0, ma non sono gli unici. Oltre alle Web App, il nostro team tecnico è in grado di creare tutta una serie di integrazioni tra gestionali e stampatrici industriali per velocizzare il passaggio dagli uffici tecnici ai reparti di produzione, generatori di QR dinamici utili per recuperare con un click la documentazione relativa a singoli lotti, nonché progetti mirati per la promozione aziendale sul territorio internazionale – per saperne di più sui nostri progetti di internazionalizzazione clicca qui

    La nostra preparazione tecnica, unita allo spirito innovativo e alla voglia di trovare sempre soluzioni più efficienti ci ha così reso un punto di riferimento per le aziende che vogliono digitalizzarsi e, grazie al database Digital Experience Center, sarà ancora più facile creare momenti di scambio costruttivi tra noi e le imprese, per sviluppare software e integrazioni sempre più all’avanguardia.


    Hai un’idea per ottimizzare i tuoi processi produttivi e cerchi un partner tecnologico per svilupparla? Presentaci il tuo progetto e saremo lieti di offrirti il supporto di cui hai bisogno.

     

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  • Analisi sito web: perché è importante e come farla

    Analisi sito web: perché è importante e come farla

    Alla base di una strategia di web marketing che funziona c’è l’analisi del proprio sito web e di quello della concorrenza.

    Vediamo insieme come farla al meglio.

     

    L’analisi del tuo sito web e della presenza on line dei tuoi concorrenti è fondamentale per pianificare una strategia di marketing e lo diventa ancora di più quando decidi di riorganizzare la tua immagine in Rete.

    Solo attraverso un quadro generale del mercato è infatti possibile capire dove muoverti per dimostrare il tuo valore e ottenere attenzione e fiducia da parte dei clienti.

    Vediamo insieme gli step da seguire per analizzare il tuo sito web e gettare le basi del tuo successo online.


    Definisci l’obiettivo dell’analisi

    Prima di iniziare un’analisi, è importante aver chiaro l’obiettivo che si vuole raggiungere. Molte aziende hanno come obiettivo trovare nuovi clienti, ma quando si parla di strategia di marketing anche il miglioramento della propria posizione sul mercato può essere un traguardo da raggiungere, così come il diventare un punto di riferimento per il proprio settore, consolidare il legame con i propri clienti attraverso un blog o ottenere maggiore visibilità sui Social Network per poi far confluire gli utenti sulle pagine del sito.

    Prima di iniziare a investire in strategie per rifare il tuo sito web, fermati a riflettere su quali sono gli aspetti più importanti per la tua attività e mantienili bene in mente per tutte le azioni che andrai ad attuare.

    Solo così potrai valutare i risultati raggiunti e capire se il tuo investimento ha portato a dei traguardi.


    Raccogli dati di mercato

    Dopo aver definito l’obiettivo da raggiungere è necessario avere una visione d’insieme del mercato in cui si opera per capire come si muove la concorrenza, quali sono le strategie che ha adottato e le leve che utilizza per raggiungere i propri obiettivi.

    In questa fase è necessario raccogliere dati di mercato provenienti da diverse fonti, non solo dai siti web di concorrenti.

    Giornali di settore, indagini di mercato, fiere ed eventi sono una miniera di informazioni che possono aiutarti a capire il tuo campo da gioco e a muoverti con maggiore consapevolezza quando dovrai definire le pagine del tuo nuovo sito web.


    Valuta la struttura attuale del tuo sito web

    Come è organizzata l’attuale presenza on line della tua azienda?

    Il sito web rispetta le regole di usabilità e i Core Web Vitals indicati da Google?

    Le immagini e gli aspetti grafici sono ottimizzati per rendere il sito facile da navigare?

    Durante l’analisi del sito attuale è necessario mettersi nei panni della buyer persona per individuare lacune e punti di forza in modo critico, senza farsi influenzare dal proprio gusto personale, ma attenendosi agli aspetti che sono funzionali per i potenziali clienti.

    «Scegliere di delegare l’analisi del sito web ad un’agenzia di comunicazione aiuta ad avere un approccio più oggettivo e analizzare aspetti tecnici, grafici e testuali in modo più neutrale».

    Mr Diego Grassi

    Technical Specialist, Mr Keting


    Analizza i dati raccolti

    Dopo aver raccolto tutti i dati, è necessario fermarsi un attimo per confrontarli e analizzare la situazione nel suo insieme.

    In questa fase potrebbe essere utile utilizzare schemi di analisi di marketing, come il modello SWOT, le analisi RFM e l’analisi SEO, che ridanno una rappresentazione schematica, chiara e riassuntiva della situazione di mercato in generale, non solo del posizionamento del sito web.

    Sfrutta le competenze del tuo reparto marketing e dell’agenzia di comunicazione che ti affianca nella riorganizzazione della tua immagine in Rete per analizzare i dati raccolti: attraverso un’attività di squadra potrai avere sia il punto di vista interno alla tua azienda che un punto di vista esterno, e fare scelte ancor più realistiche ed efficaci.


    Pianifica la strategia di marketing

    Alla fine dell’analisi è possibile passare alla fase operativa, ovvero la scelta delle attività di marketing più idonee per raggiungere i propri obiettivi tra cui anche il rifacimento del sito web.

    L’analisi dovrà guidare sia la scelta degli strumenti su cui lavorare, sia la successiva analisi dei risultati, per capire se gli investimenti fatti stanno portando i risultati sperati.

    Vuoi analizzare il tuo posizionamento e il tuo mercato per attuare strategie di marketing che funzionano?

    Affidati ai nostri professionisti e fatti aiutare nelle fasi di raccolta dati, analisi e pianificazione.


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